«Mentre molte attività sono riprese l’11 maggio, le celebrazioni religiose continuano a rimanere proibite. Questo non è più tollerabile. Per centinaia di migliaia di fedeli, le funzioni settimanali rimangono una necessità essenziale. Hanno bisogno di una prospettiva», ha affermato l’arcivescovo Felix Gmür.
All’interno della lettera inviata il 12 maggio al Consiglio Federale, il presidente della CVS «suggerisce che a partire dalla Festa dell’Ascensione, il 21 maggio, o al più tardi alla Pentecoste, il 31 maggio, le celebrazioni religiose pubbliche siano nuovamente autorizzate». Questo sarà possibile perché, come ha spiegato il vescovo di Basilea, «le norme di sicurezza sono adattate ai grandi avvenimenti. Tali norme di distanziamento e di igiene verranno applicate» in tutte le chiese.
In un post-scriptum, Mons. Gmür ricorda che le festività religiose ebraiche e musulmane, Shavuot ed Eid al-Fitr, avranno luogo durante questo periodo. La lettera accentua la pressione sul Consiglio federale per l’accelerazione della ripresa degli uffici religiosi in Svizzera che al momento rimane, fino a nuovo avviso, parte della terza fase di deconfinamento, il 27 maggio.
Sulla ripresa delle Messe, l’intervista a mons. Zanini, vicario generale della diocesi di Lugano
cath.ch/catt.ch
Chiesa cattolica svizzera
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