Papa: la catechesi sulla forza della preghiera. Poi l'appello per la dignità del lavoro

Oggi iniziamo un nuovo ciclo di catechesi sul tema della preghiera. La preghiera è il respiro della fede, è la sua espressione più propria. Come un grido che esce dal cuore di chi crede e si affida a Dio.

Dopo il ciclo di catechesi dedicate alle Beatitudine evangeliche, questa mattina papa Francesco ha iniziato una serie di catechesi dedicate al tema della preghiera. La modalità, in questo momento di emergenza, è ormai quella della diretta streaming dalla Biblioteca di Palazzo Apostolico. Il passo del Vangelo è quello del racconto di Bartimeo, un personaggio, «per me il più simpatico di tutti», cieco, che «stava seduto a mendicare sul bordo della strada alla periferia della sua città, Gerico» e che «un giorno sente dire che Gesù sarebbe passato di là». «Allora Bartimeo si apposta: avrebbe fatto tutto il possibile per incontrare Gesù». Per farsi sentire da Gesù Bartimeo «usa l’unica arma in suo possesso: la voce».

«E Gesù ascolta il suo grido. La preghiera di Bartimeo tocca il suo cuore, il cuore di Dio, e si aprono per lui le porte della salvezza. Gesù lo fa chiamare. Lui balza in piedi e quelli che prima gli dicevano di tacere, ora lo conducono dal Maestro. Gesù gli parla, gli chiede di esprimere il suo desiderio – questo è importante – e allora il grido diventa domanda: «Che io veda di nuovo, Signore!» (cfr v. 51)».

«La fede – continua Papa Francesco – è avere due mani alzate, una voce che grida per implorare il dono della salvezza». «La fede, lo abbiamo visto in Bartimeo, è grido; la non-fede è soffocare quel grido. La fede è protesta contro una condizione penosa di cui non capiamo il motivo; la non-fede è limitarsi a subire una situazione a cui ci siamo adattati. La fede è speranza di essere salvati; la non-fede è abituarsi al male che ci opprime e continuare così».

«Nel cuore dell’uomo c’è una voce che invoca. Tutti abbiamo questa voce, dentro. Una voce che esce spontanea, senza che nessuno la comandi, una voce che s’interroga sul senso del nostro cammino quaggiù, soprattutto quando ci troviamo nel buio: «Gesù, abbi pietà di me! Gesù, abbi pietà di me!»«.

Ma la preghiera, conclude il Pontefice, non è solo dei cristiani, «essi condividono il grido della preghiera con tutti gli uomini e le donne. Ma l’orizzonte può essere ancora allargato: Paolo afferma che l’intera creazione «geme e soffre le doglie del parto» (Rm 8,22). Gli artisti si fanno spesso interpreti di questo grido silenzioso del creato, che preme in ogni creatura ed emerge soprattutto nel cuore dell’uomo, perché l’uomo è un «mendicante di Dio»«.

L’appello dei braccianti agricoli

«In occasione del 1° maggio – ha detto papa Francesco al termine della catechesi -, ho ricevuto diversi messaggi riferiti al mondo del lavoro e ai suoi problemi. In particolare, mi ha colpito quello dei braccianti agricoli, tra cui molti immigrati, che lavorano nelle campagne italiane. Purtroppo tante volte vengono duramente sfruttati. È vero che c’è crisi per tutti, ma la dignità delle persone va sempre rispettata. Perciò accolgo l’appello di questi lavoratori e di tutti i lavoratori sfruttati e invito a fare della crisi l’occasione per rimettere al centro la dignità della persona e la dignità del lavoro«.

L’8 maggio la Supplica alla Madonna del Rosario

«Dopo domani, venerdì 8 maggio, al Santuario di Pompei si eleverà l’intensa preghiera della «Supplica alla Madonna del Rosario». Esorto tutti ad unirsi spiritualmente a questo popolare atto di fede e di devozione, affinché per intercessione della Vergine Santa, il Signore conceda misericordia e pace alla Chiesa e al mondo intero».

A questo link il testo completo della catechesi

Redazione

Chiesa cattolica svizzera

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