Croce Rossa: la pandemia aggrava le crisi sociali. Allarme per Siria e Venezuela

Continua la pandemia del Coronavirus nel mondo con quasi 2 milioni e 800 mila casi accertati, due terzi dei quali in Europa. Gli Stati Uniti si confermano lo Stato più colpito con oltre 51 mila decessi e 890 mila contagi, anche se si registra un primo importante calo nel numero delle vittime: 1258 sono stati nelle ultime 24 ore, giovedì erano stati più di 3000. Ma il dato, che per ora non indica una tendenza, dovrà ripresentarsi perché si possa parlare di un miglioramento. Intanto il presidente Trump prova a smorzare la polemica sulla sua bizzarra proposta di curare il virus con iniezioni di disinfettante. Dopo le critiche di esperti e case produttrici, il capo della Casa Bianca ha chiarito che si trattava di una frase sarcastica.

La situazione in Europa

In Europa si consolida il miglioramento della situazione. In Spagna ieri per la prima volta si sono registrati più guariti che infezioni e il numero dei morti, 367, è stato il più basso da un mese a questa parte. Calano le vittime anche in Francia mentre in tutti Paesi dell’Unione Europea si valutano i passi da fare per la fine del blocco delle attività. In Italia prosegue il trend positivo, con il quarto giorno di seguito di calo della curva dei positivi totali e i ricoveri in terapia intensiva dimezzati rispetto al picco dell’emergenza. «Molte zone rosse saranno chiuse a breve», fa sapere l’Istituto Superiore di Sanità. Si lavora ancora però per definire le regole della cosiddetta «fase 2».Infine L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) chiede che vi sia una collaborazione mondiale per accelerare lo sviluppo, la produzione e la distribuzione equa del vaccino.

Croce Rossa: attenzione alle crisi sociali

Le situazione nelle aree del mondo, dove la pandemia si somma a crisi sociali protratte nel tempo, preoccupa la Croce Rossa. Ne ha parlato ieri in conferenza stampa il presidente della Federazione Internazionale delle Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (IFRC), Francesco Rocca, il quale si è soffermato sui rischi per la popolazione in Siria, in Venezuela e nel campo profughi birmani di etnia Rohingya di Cox’s Bazar, in Bangladesh, poco oltre il confine con il Myanmar.

Rafforzare le comunità più deboli

«La Croce Rossa è in prima linea in 192 Paesi del mondo con 14 milioni di volontari», spiega a Vatican News, il portavoce della Federazione Internazionale della Croce Rossa, Tommaso Della Longa, parlando di un impegno che va dal servizio delle autoambulanze al «rafforzamento» delle comunità locali dei Paesi poveri nell’affrontare l’emergenza Covid-19.

In Siria il virus aggrava crisi economica

«In Siria abbiamo una situazione particolarmente difficile, perché la metà dei cittadini dopo quasi 10 anni di guerra hanno lasciato le proprie abitazioni», riferisce ancora Della Longa, «il Covid-19 ha ulteriormente aggravato la crisi economica  e molte persone hanno perso quei piccoli lavori quotidiani, che permettevano loro di sopravvivere. Se prima insieme ad altre agenzie aiutavamo 6 milioni di siriani – afferma Della Longa – ora stimiamo che il numero dei bisognosi possa arrivare fino a 9 milioni». Tra l’altro la pandemia rallenta anche la distribuzione dei beni di prima necessità, perché viene fatta in piccoli gruppi e cercando di rispettare la distanza fisica.

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