Svizzera: una candela «virtuale» al patrono San Nicolao, segno di speranza in questi giorni difficili

Una candela, un pensiero, una richiesta di preghiera: è fatta di piccoli semplici gesti, in questi giorni, la devozione a San Nicolao della Flüe che, da patrono della Svizzera, è guardato da Nord a Sud come il Santo cui rivolgersi per ritrovare la pace, soprattutto quella interiore.

Due i motivi che lo rendono un Santo in questo periodo particolarmente vicino al sentimento della gente: l’aver vissuto in parte come eremita, dunque il poterci insegnare a vivere meglio il nostro isolamento, ma anche, dall’altra parte, il fatto di essere stato un padre di famiglia e la famiglia, si sa, in questi giorni, è di fondamentale importanza. È nell’ambiente famigliare, infatti, che trascorriamo la maggior parte delle nostre ore. San Nicolao e sua moglie Dorotea possono allora insegnarci la pazienza, la cura che dobbiamo avere gli uni per gli altri.

A confermarci che la devozione per il Santo in questo senso è molto aumentata, è Doris Hellmüller, che ci risponde al telefono quando chiamiamo il segretariato del centro di pellegrinaggio al Ranft, gestito dall’Associazione Bruder Klaus: «Vediamo arrivare ancora oggi gruppi di una o due persone e, soprattutto, famiglie. Arrivano, vanno in cappella, accendono un cero. Chi non può essere qui fisicamente con noi cerca altri mezzi di contatto: ci chiama oppure usufruisce di altri nostri servizi. Online, ad esempio, diamo la possibilità di commissionare al sacrestano dell’eremo il compito di accendere una candela a nome di chi non può farlo di persona. Basta entrare sul nostro sito e cliccare in alto «accendere una candela». Le possibilità sono due: che la candela venga accesa sul sepolcro di San Nicolao, nella chiesa parrocchiale di Sachseln o direttamente al Ranft».

Il Ranft non è un luogo facilmente accessibile e per raggiungerlo bisogna percorrere un ripido sentiero prima in discesa e poi in salita. Tra gli elementi intrinsecamente legati al Ranft ci sono le due cappelle, l’eremo, la natura selvaggia della Melchaa, la foresta, la rupe e Nicolao von Flüe. Il Ranft è anche simbolo di rottura nella vita di Nicolao von Flüe e rappresenta la sua decisione di vivere una vita diversa, una vita in costante dialogo con Dio. È qui che Nicolao von Flüe ha trascorso la sua vita, come eremita e come consigliere, pregando, digiunando e riflettendo dal 1467 fino alla sua morte, il 21 marzo 1487.

«In tempi difficili – continua Doris – è un dato di fatto che la gente faccia ricorso a San Nicolao: abbiamo riscontrato una medesima attenzione verso il Santo, anche il passato, in occasione di altri tracolli. Adesso la gente che fisicamente si reca sul posto proviene dalla regione circostante, data la mobilità ridotta cui siamo costretti. L’auspicio è che si implementi l’azione della candela «online». Vi invitiamo, anche dal Ticino, a richiedere che la vostra candela sia accesa qui al Ranft. Nell’emergenza San Nicolao ci unisce tutti ancora di più».

Vi riproponiamo anche la supplica a San Nicolao scritta dal parroco dell’omonima chiesa a Besso, don Marco Dania, qualche settimana fa.

Laura Quadri

Chiesa cattolica svizzera

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