Nell'anniversario di San Giovanni Paolo II uno spunto per questi giorni difficili

Nell’anniversario di San Giovanni Paolo II uno spunto per vivere questo tempo grave

«La bellezza è per entusiasmare al lavoro, il lavoro è per risorgere», scrive San Giovanni Paolo II nella Lettera agli artisti (1999) citando in apertura al testo, un poeta polacco a lui caro, Cyprian Kamil Norwid. Questa frase che per caso ho risentito in televisione alcuni giorni fa, vorrei proporla come riflessione in occasione dell’anniversario di queste ore: il 2 aprile di 15 anni fa eravamo in milioni in preghiera, in tutto il mondo, in occasione della morte di San Giovanni Paolo II. Ci rendiamo tutti conto proprio in questi giorni dell’epidemia di coronavirus, di quanto abbiamo bisogno di quella luce che la bellezza, nei suoi diversi campi ed espressioni (arte, sport, letteratura, musica), sa farci incontrare e che il papa polacco ha identificato come una delle energie positive che muovono all’attività e quindi alla vita. Essa, contrariamente a quanto il tecnicismo odierno proclama, non è qualcosa di opzionale, effimero, non indispensabile alla nostra esistenza. Ci basta fermarci, in questi momenti di salita esistenziale, per avvertire nel silenzio, sulla nostra pelle, il bisogno di bellezza, cioè di una luce capace di irradiare in qualche modo queste ore oscure, contrassegnate dai tristi bollettini sul coronavirus. Lo stesso discorso vale per la bontà che nella stessa lettera citata, proprio Wojtyla unisce alla bellezza, secondo una profonda tradizione umanistica ed evangelica. Pensiamo allora alla nostra vita: spesso si addita il male, addirittura scadendo in eccessivo moralismo, proprio perché del male, come di ciò che ci appare brutto, sentiamo repulsione. È naturale perché siamo portati a cercare e volere il bene, almeno per noi stessi. Ma il bene quando è tale, è anche bello, infatti è capace di attrarci, di stupirci, di suscitare entusiasmo e ammirazione, di muovere alla vita. «Di questo entusiasmo per la bellezzascrive San Giovanni Paolo II nella stessa lettera hanno bisogno gli uomini di oggi e di domani per affrontare e superare le sfide cruciali che si annunciano all’orizzonte. Grazie ad esso l’umanità, dopo ogni smarrimento, potrà ancora rialzarsi e riprendere il suo cammino. In questo senso è stato detto con profonda intuizione che «la bellezza salverà il mondo»». Capiamo allora come la sfida di queste tristi ore, sia quella di tenere alto lo sguardo sul bello e sul bene (di cui la bellezza è il riflesso), per due ragioni che questo testo di San Giovanni Paolo II vuole evidenziare: tenere l’animo desto e positivo, predisposto a «risorgere» già oggi, già in questa giornata, senza attendere il domani. Questa è la premessa per avere uno spirito forte davanti alle sfide impegnative che viviamo e mantenere il cuore aperto  a quell’ «affermarsi di una bellezza autentica che è quasi riverbero dello Spirito di Dio, capace di trasfigurare la materia, aprendo gli animi al senso dell’eterno», come scrive sempre il Santo polacco nella stessa lettera (n. 16). Quindi certo, il peso della realtà è grave, ma non distogliamo lo sguardo sia dai tanti, bellissimi gesti di bene e solidarietà che vediamo attorno a noi, sia dalla bellezza della natura, dell’arte e della musica e di altri campi, che non sono lì banalmente -si potrebbe ritenere- a distrarci, ma semmai a sostenerci e che, per chi crede, sono riflesso della vita di Dio, sono dono di Colui che è Bellezza, presenza provvidente accanto a noi, anche mediante i loro riflessi di luce che attraversano l’oscurità di questi tristi giorni. La provvidenza, se mi consentite, può allora essere quella bellezza che ci accompagna nella fragilità caotica del mondo e che magari riusciamo a cogliere se il nostro sguardo si permette ancora di cadere su un fiore che sboccia, un bocciolo che dice primavera, un merlo che costruisce il suo nido e ancora di più, un uomo e una donna che aiutano i loro fratelli e le loro sorelle, con grande abnegazione, come avviene in queste ore. Lasciamo allora echeggiare in noi le parole di San Giovanni Paolo II e non perdiamola di vista, cerchiamola nelle pieghe di queste giornate, questa bellezza, nonostante tutto, nonostante questo orrendo virus. Così, facendole posto nel cuore, scommettiamo sulla vita. Ed oggi abbiamo bisogno di questa scommessa.

Chiesa cattolica svizzera

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