Coronavirus, ecco come si svolgerà la Pasqua in Terrasanta

Le celebrazioni del Triduo Pasquale al Santo Sepolcro sono imprescindibili, e il Patriarcato Latino di Gerusalemme non vi rinuncia. Ma queste non potranno essere di riferimento per gran parte della diocesi. In una nota, l’arcivescovo Pierbattista Pizzaballa, amministratore del Patriarcato, delinea come saranno le celebrazioni al Santo Sepolcro in questa situazione eccezionale dato dalla pandemia del COVID-19.

L’arcivescovo Pizzaballa sottolinea che «il cuore della Settimana Santa è ovviamente al Santo Sepolcro», ma lì le celebrazioni saranno «necessariamente ridotte», sia a causa delle limitazioni legate al coronavirus, ma anche a causa di quelle dello Status Quo, che è l’accordo sulla gestione dei Luoghi Santi tra le varie Chiese cristiane che si è stabilito tra il XVII e il XVIII secolo.

Il Santo Sepolcro non può, dunque, essere «punto di riferimento per gran parte della diocesi», e così ci sarà una celebrazione del Triduo Sacro in arabo trasmesso in diretta streaming che avrà luogo dalla Chiesa Co-Cattedrale del Patriarcato.

Il Patriarcato Latino ha poi adattato le celebrazioni al decreto della Congregazione del Culto Divino del 25 marzo, e del decreto della Congregazione delle Chiese orientali sulle celebrazioni della Pasqua dedicato alle Chiese che ad essa fanno riferimento. Il Patriarcato si rifà anche alla nota del 19 marzo scorso della Penitenzieria Apostolica sul sacramento della confessione e sulle indulgenze per i malati di COVID 19.

Queste le disposizioni: non ci sarà processione nella Domenica delle Palme, ma il Patriarcato invita i parroci a fare il possibile per mettere a disposizione dei loro fedeli i rami di ulivo già benedetti e le bottigliette di acqua santa che i fedeli possono portare a casa.

È stata spostata la data della Messa crismale, che ha luogo il Giovedì Santo con i sacerdoti della diocesi: è la Messa durante la quale si benedice l’olio che sarà poi usato durante l’anno. La Messa crismale è stata spostata a Pentecoste (il 31 maggio), quando «speriamo le restrizioni saranno rimosse o comunque ridotte sufficientemente da poter celebrare». In quella circostanza, ci si aspetta anche di riprendere pubblicamente e ufficialmente le attività pastorali.

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Chiesa cattolica svizzera

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