Coronavirus: positivo un prelato che vive a Santa Marta

Un alto prelato italiano che lavora in Segreteria di Stato e abita a Casa Santa Marta, nello stesso edificio del Pontefice, è risultato positivo al coronavirus. La Santa Sede per ora non si pronuncia.

L’ultima comunicazione riguardava quattro casi di contagiati: un prelato giunto da Bergamo, un dipendente dell’ufficio merci e due dipendenti dei Musei Vaticani. Le quattro persone «erano state poste in isolamento in via cautelativa prima che risultassero positive al test e il loro isolamento dura ormai da oltre 14 giorni», ha dichiarato il direttore della Sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni; attualmente «sono in cura in strutture ospedaliere italiane o presso la propria abitazione».

Mentre l’ultimo in ordine di tempo, il monsignore della sezione italiana della Segreteria di Stato vaticano di cui è filtrata notizia dalle Sacre Stanze nella giornata di mercoledì, è ricoverato nell’Ospedale Columbus di Roma. Vive da anni a Santa Marta, dove, con ogni probabilità, si procederà a una sanificazione dei locali, come già avvenuto in Segreteria di Stato nelle settimane scorse e come avverrà nuovamente.

In ogni caso, il Pontefice è circondato da tempo da un cordone serrato anti-contagio, che lo segue in ogni suo spostamento dentro le Sacre Mura. Da tempo consuma i pasti non più nel salone comune, ma da solo nella sua stanza: il cibo glielo portano i segretari. Trascorre molto più tempo nel suo appartamento, e quando si muove dentro la residenza tiene le dovute distanze di sicurezza. Al mattino celebra la consueta Messa nella Cappella senza fedeli (in diretta streaming su catt.ch). Non è stata finora presa in considerazione la possibilità di un trasloco temporaneo di Francesco in qualche luogo più isolato. Anche perché Bergoglio continua comunque a lavorare e a incontrare persone, evitando abbracci agli ospiti.

Agenzie/red

Chiesa cattolica svizzera

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