Coronavirus e la preoccupazione per le persone sole e malate

Ecco qui di seguito il commento di Jeanine Kosch, responsabile del servizio di cure palliative della Conferenza dei Vescovi Svizzeri , sul Coronavirus e la preoccupazione per le persone sole e malate.

Coronavirus e cure palliative: la preoccupazione per le persone sole e malate esiste ancora!

E all’improvviso, tutto è diverso: la visita settimanale alla casa di cura è diventata impossibile.

E se la salute di mia madre o di mio padre peggiorasse improvvisamente? Un padre può assistere alla nascita del suo bambino, ma poi non ha più in seguito la possibilità rendergli visita in ospedale – la madre e il neonato rimangono isolati. I corridoi delle case di cura sono vuoti, così come le caffetterie, treni, autobus e strade.

Esaminiamo ciò che è ancora possibile fare e sentiamoci riconoscenti: la mia gratitudine va ai medici e agli assistenti, nonché a tutti coloro che, negli ospedali e nelle case di cura, sono lì per i malati e gli anziani. In questo momento sono i ponti con il mondo esterno. Regalano un sorriso quando le lacrime scorrono. Anche i responsabili della pastorale nelle cliniche e nelle case di cura aiutano a rendere più sopportabile l’isolamento.

Cosa si può fare per far uscire per un momento dal loro isolamento le persone?

La situazione che stiamo vivendo attualmente apre la strada a nuove forme di relazioni. Non dimentichiamoci delle persone sole e isolate. La cura dell’anima della pastorale è il potere della relazione, rafforziamo questo potere!

Chiesa cattolica svizzera

https://www.catt.ch/newsi/coronavirus-e-la-preoccupazione-per-le-persone-sole-e-malate/