Eremiti come Nicolao per sconfiggere il virus

Proponiamo qui di seguito una riflessione di don Marco Dania, parroco nella chiesa di san Nicolao della Flüe a Lugano Besso, su ciò che accadendo a causa del coronavirus, prendendo spunto anche da San Nicolao della Flüe. Don Marco ha rivolto a tutti anche un messaggio via video.

In questi ultimi giorni anche qui da noi in Ticino la situazione creatasi a causa del coronavirus è diventata non solo preoccupante, ma addirittura piuttosto grave. Le nostre autorità hanno messo in atto in modo molto responsabile, prudente e graduale una serie di provvedimenti atti a tutelare la nostra salute.

In Italia la situazione è drammatica, le notizie che arrivano dai medici in prima linea sono allarmanti. L’invito a rimanere a casa è stato esteso a tutta la popolazione della Penisola. La gente non può partecipare alla messa, ma le chiese rimangono aperte. Alcuni sacerdoti espongono il Santissimo Sacramento perché chiunque possa attingere forza dalla presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, dal suo sguardo amorevole. In quel pezzo di pane è presente L’Emmanuele, il Dio con noi, che ci accompagna, ci sostiene e ci fa sentire tutta la sua vicinanza di buon samaritano che si china sulle nostre ferite. Penso allora ai tanti «buon samaritano» che, senza nessun timore, si chinano in modo infaticabile su tutti i sofferenti a causa di questa atroce malattia. Quanto coraggio, quanta dedizione, quanto amore. Grazie, grazie dal più profondo del cuore.

Qui in Ticino, al momento, possiamo ancora celebrare l’Eucaristia col popolo. È una grande grazia. Se vi sentite, tenendo presenti le disposizioni del vescovo Valerio, partecipate alla messa anche per i nostri fratelli e sorelle che non possono. Innalziamo al Cielo la nostra invocazione e il nostro rendimento di grazie anche per loro, sentiamoci davvero in comunione.

Nella preghiera eucaristica numero tre c’è una frase che mi tocca profondamente il cuore e, in questi giorni, mi commuove ancora di più.
«Padre veramente santo, a te la lode da ogni creatura.
Per mezzo di Gesù Cristo, tuo Figlio e nostro Signore,
nella potenza dello Spirito Santo fai vivere e santifichi l’universo,
e continui a radunare intorno a te un popolo, che da un confine all’altro della terra offra al tuo nome il sacrificio perfetto.»

Nell’Eucaristia, anche se il celebrante resta solo, può dare voce a tutti gli abitanti della terra e per loro offrire l’unico sacrificio di salvezza. I sacerdoti italiani celebrano da soli, ma offrono Cristo Gesù per il loro popolo e per il mondo. Qui, in Ticino, sentiamoci in comunione con loro che sono soli e con la gente che non può partecipare alla messa. Celebriamo, noi tutti, sacerdoti e fedeli, per il nostro popolo, per il loro e per tutto il mondo.

Cari amici, preghiamo, stringiamoci a Cristo e invochiamo anche l’intercessione dei santi. Come parroco della Chiesa di san Nicolao della Flüe ho chiesto ai miei fedeli di invocare il santo patrono e di rivolgerci al Signore con quella splendida preghiera che lui ci ha lasciato. La chiesa di san Nicolao è una chiesa votiva che è stata edificata settant’anni fa perché il vescovo Angelo Jelmini aveva fatto un voto a san Nicolao: se il Ticino e la Svizzera fossero stati preservati dalla guerra, avrebbe edificato un santuario a lui dedicato. E così è avvenuto.
In questi giorni alcuni medici lombardi hanno affermato: «È come essere in guerra, prima o poi dovremmo decidere chi salvare».

Allora mi sono detto, facciamo come i nostri padri, rivolgiamoci al nostro santo patrono perché protegga il nostro Paese da un’incontrollabile diffusione del contagio, e limiti il numero delle vittime. Chiediamo anche l’intercessione di sua moglie Dorotea perché assista tutte le donne, in particolare le infermiere, che si prendono cura con grande generosità degli ammalati.

Sabato 21 marzo ricorderemo il giorno della morte di san Nicolao, invito i confratelli a chiedere durante le messe la sua intercessione a favore del nostro Paese.

Ma anche ciascuno di voi, cari amici, può fare la propria parte. San Nicolao era sì un eremita, ma il suo eremo era a poche centinaia di metri da casa sua. In questi giorni che siamo invitati a rimanere a casa per evitare i contatti, facciamo della nostra abitazione un piccolo eremo, dove poter vivere questa quaresima, sull’esempio di san Nicolao, in intimità col Signore e in comunione con i sofferenti. Preghiamo come egli ci ha insegnato:
Mio Signore e mio Dio togli da me tutto quello che mi allontana da te
Mio Signore e mio Dio dammi tutto quello che porta a te
Mio Signore e mio Dio toglimi a me e dammi tutto a te.
San Nicolao e Dorotea intercedete per il nostro Paese e per l’umanità intera.

Chiesa cattolica svizzera

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