Si conclude la visita di mons. Lazzeri a Centovalli, Valle Onsernone e Terre di Pedemonte

È un incoraggiamento a tutto campo quello che mons. Lazzeri – ieri sera nella Santa Messa a Intragna e poi questa mattina a Verscio, in entrambi i casi davanti ad un’assemblea gremita – regala ai parrocchiani delle Terre di Pedemonte, di Centovalli e Onsernone, a conclusione della sua visita pastorale. E, a partire dal Vangelo domenicale, sottolinea l’invito di Gesù: fare qualcosa di straordinario delle nostre vite. Ma «se rispondiamo al male con il male, cosa facciamo di straordinario?». Auspicandosi scelte coraggiose, «il Signore continua a guardarci con grande speranza». Uno sguardo su noi stessi che solo Lui può donarci, insegnandoci che «ciascuno di noi non ha semplicemente una missione, ma è una missione». Bisogna quindi «ritrovare quella prospettiva che Dio ha su di noi», una prospettiva che, da una parte, dà la capacità di «leggere con onestà la nostra realtà», senza edulcorarla, ma che d’altro canto invita a riconoscere una cosa fondamentale: l’Amore che Dio ha per ciascuno. Dunque, l’invito di mons. Lazzeri è quello di «sapersi guardati», dal Suo punto di vista, non da quello delle nostre rassegnazioni. Non c’è infatti «situazione umana dove non possiamo tendere orecchio a Dio».

«Ma io vi dico: al centro delle nostre comunità c’è Gesù che ci dice qualcosa, come le cose dette da un amico. L’invito allora è quello di vivere la Chiesa non per sentito dire, ma per mettersi in ascolto di Colui che ci sta parlando». «Certo siamo diminuiti, siamo una minoranza oggigiorno, ma dobbiamo comunque tendere l’orecchio», ribadisce mons. Lazzeri. «Bisogna tendere l’orecchio e rimanere aperti come comunità e realtà diocesana; dobbiamo essere quel popolo che si lascia convocare«.

Intragna.
Intragna.
Intragna
Verscio.

Laura Quadri

Chiesa cattolica svizzera

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