Amazzonia, tra sogni e paure: la lettura critica del prof. Francesco Cosentino

Il teologo della Gregoriana prof. Cosentino commenta l’esortazione Querida Amazonia ripercorrendo i 4 sogni di Francesco per cercare di capire dove essi porteranno la Chiesa nella regione panamazzonica. 

Ecco qui sotto un estratto:

I 4 sogni per l’Amazzonia
Vengo allora, brevemente, a Querida Amazonia. Il documento si snoda attorno a 4 sogni fondamentali per la terra amazzonica: la lotta per i diritti dei poveri e degli ultimi, la difesa della ricchezza culturale propria, la custodia della bellezza naturale che la contraddistingue e, infine, il sogno di «comunità cristiane capaci di impegnarsi e di incarnarsi in Amazzonia, fino al punto di donare alla Chiesa nuovi volti con tratti amazzonici» (n. 7).

I primi tre sogni rispondono a urgenze epocali non più procrastinabili, per una promozione e piena integrazione della vita umana degli abitanti di quelle terre e una reale protezione della sua bellezza naturale, entrambe minacciate e ferite dalla povertà, dalle ingiustizie, dagli squilibri economici e sociali, e dal disastro ecologico in atto.

Il quarto sogno richiama un’urgenza di altro tipo, che potremmo definire pastorale ma che, più precisamente, è ecclesiale. Il grande annuncio salvifico del Vangelo deve giungere con tutti gli strumenti possibili anche in questa terra ferita e desiderosa di rinascita; ciò esige una vera e propria inculturazione sociale e spirituale – afferma l’esortazione – a servizio di una nuova evangelizzazione e di una spiritualità non individualista e alienante, ma capace di dare voce e forma ai bisogni spirituali, ma anche a quelli umani e sociali.

Che questo quarto sogno risponda realmente e concretamente all’esigenza, tuttavia, è quantomeno dubbio. Il documento, infatti, dopo aver ribadito l’importanza e la centralità dell’eucaristia, affronta il tema dell’inculturazione della ministerialità in modo assai singolare: bisognerebbe infatti «inculturare» l’importanza dell’eucaristia domenicale, fonte e culmine della vita cristiana, in una situazione ecclesiale e pastorale fortemente segnata dall’assenza di presbiteri e da comunità cristiane guidate nella stragrande maggioranza dei casi da laici preparati e formati, che annunciano la parola e spesso amministrano alcuni sacramenti.

Perché vi sia realmente l’inculturazione, l’esortazione afferma l’esigenza, da parte della Chiesa, di «una risposta specifica e coraggiosa» (n. 85). Infatti, «occorre trovare un modo per assicurare il ministero sacerdotale. I laici potranno annunciare la Parola, insegnare, organizzare le loro comunità, celebrare alcuni Sacramenti, cercare varie espressioni per la pietà popolare e sviluppare i molteplici doni che lo Spirito riversa su di loro» (n. 89). Tuttavia, ciò non basta perché – afferma il documento – «hanno bisogno della celebrazione dell’eucaristia (…). Se crediamo veramente che è così, è urgente fare in modo che i popoli amazzonici non siano privati del cibo di nuova vita e del sacramento del perdono» (n. 89).

La possibile soluzione arriva al numero seguente: i vescovi dell’America Latina promuovano la preghiera per le vocazioni e siano più generosi, formando e inviando preti che svolgano la loro missione in Amazzonia.

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Chiesa cattolica svizzera

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