Svizzera: AVAID lancia la sua campagna annuale

Nata nel 1995 a Friborgo, dove prende il nome di AVAID (www.avaid.ch), l’Associazione Volontari per l’Aiuto allo Sviluppo, dopo i primi passi per sostenere la presenza missionaria di alcune famiglie ticinesi in Africa, oggi, con sede a Lugano, ha gruppi di sostegno in tutta la Svizzera e progetti in Kenya, Uganda, Brasile, Haiti e Libano. Sostiene inoltre anche i progetti di AVSI (www.avsi.org), network di Ong attive in cinquanta Paesi del mondo.

Nel nuovo numero del suo periodico «Buone Notizie» AVAID lancia in questi giorni la sua raccolta fondi annuale, dal titolo «Giòcati con noi. Generazioni nuove, protagoniste del mondo». La Campagna è una proposta annuale di sensibilizzazione e di raccolta fondi a sostegno di vari progetti di aiuto allo sviluppo promossi dall’Associazione. Quest’anno sosterrà sei progetti – in Libano, Amazzonia, Siria, Venezuela, Kenya e Mozambico – accomunati dal fatto «di essere in grado di innescare un cambiamento nella vita delle persone più vulnerabili». La proposta è di aiutare soprattutto i giovani a «immedesimarsi più facilmente in chi cerca di uscire da povertà, guerra, abbandono, per vivere in pienezza» per riconsegnare alla società «generazioni nuove, protagoniste del mondo».

A ispirare AVAID le parole stesse di San Giovanni Paolo II scritte nella sua enciclica Novo Millennio Ineunte: «È l’ora di una nuova fantasia della carità, che si dispieghi non tanto e non solo nell’efficacia dei soccorsi prestati, ma nella capacità di farsi vicini, solidali con chi soffre, così che il gesto di aiuto sia sentito non come obolo umiliante, ma come fraterna condivisione».

Molti i contesti in cui AVSI, seguendo questa filosofia si trova ad operare: dal progetto «Ospedali aperti» che permette ad AVAID, dal 2017, di operare concretamente in aiuto del popolo siriano alla scuola agricola di Manaus, che dal 1974 insegna ai giovani indigeni a coltivare la terra, passando per la formazione di giovani disoccupati, la costruzione di mense e aule scolastiche in Kenya, per un totale di «migliaia di persone che hanno beneficiato dell’aiuto dei sostenitori svizzeri».

Il metodo AVAID si concentra su cinque pilastri: «La persona al centro», «Partire dal positivo», «Fare con», «Sussidiarietà», «Partnership». «Da oltre vent’anni – scrive Valerio Selle, responsabile AVAID l’opera AVAID si svolge nel mondo, in modo piuttosto silenzioso eppure reale e costante, in luoghi distanti e diversi. Luoghi e situazioni tenuti insieme da un unico «fil rouge», in fondo sottile e fragile, che è quello dell’amicizia concreta e della solidarietà desiderosa di affrontare il bisogno, spesso estremi, di moltissimi uomini, donne, giovani, bambini, famiglie».

Laura Quadri

Chiesa cattolica svizzera

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