Il Papa non chiude al Sinodo amazzonico e sogna una Chiesa più laica e missionaria

La cosa che sorprende è il volare alto di «Querida Amazonia» sulle attese di questi mesi, per puntare a quelle che sembrano, ad una prima lettura, almeno tre «direzioni» scelte dal Papa: la prima, non interrompere il processo sinodale, ma lasciarlo aperto, come si deduce dalla scelta inedita di voler affiancare al suo testo il documento finale del Sinodo, per offrirlo alla lettura e al successivo approfondimento della Chiesa tutta. Un segno di rispetto per il lavoro dei padri sinodali e di tutto il popolo di Dio dell’Amazzonia che in queste proposte ha investito un lungo e condiviso cammino ecclesiale. Le altre due direzioni sono l’urgenza con cui Bergoglio pone al centro i problemi ecologici, economici e ambientali della regione panamazzonica, dramma immane di quei popoli e di riflesso anche nostro, essendo la regione uno dei polmoni verdi del mondo (n. 48), e -terza direzione- la non clericalizzazione della risposta pastorale all’evangelizzazione di queste terre. L’insistenza sulla questione ecologica affronta il vero nocciolo dell’impegno sociale -assunto con coraggio capace di martirio da parte di tanti cattolici della regione (anche se il Papa chiede pure perdono per le volte in cui i missionari non sono stati vicini alla gente e ancor oggi -afferma- potrebbero trasformarsi in corrotti) (n. 19; 25). Bergoglio rilancia la sfida per l’ambiente e per i popoli locali, un dramma di ecologia integrale (umana e ambientale) che vuole soluzioni capaci di denuncia argomentata dello sfruttamento di persone e natura, insieme alla richiesta di valorizzare il modo di sentire la terra che è di questi popoli. Una richiesta di rispetto che valica l’Oceano e parla anche alla nostra economia. Non solo parole però, perché Francesco chiede alla Chiesa di difendere i diritti della gente (n.75; 80). La terza direzione è la non clericalizzazione della risposta alla problematica pastorale e missionaria (che esiste) in Amazzonia, dove i laici giocano un ruolo che il Papa invita a rafforzare, in pieno spirito conciliare, secondo la missione che appartiene ad ogni battezzato. In questo Francesco sembra dare l’impressione di decentrare l’obiettivo: i sacramenti, l’Eucaristia (in particolare ricorda, che «essa fa la Chiesa»), sono compito e urgenza dei sacerdoti, l’azione missionaria ampia è di tutti. Il Papa allora chiama in causa religiosi, laici, donne, anche mediante forme organizzative e incarichi nuovi. Certo, così facendo «Querida Amazonia» vola decisamente alto, almeno su un modo ancora diffuso oggi di vedere la missione ecclesiale organizzata in forma clerico-centrica, per rilanciare, il Papa lo fa dal numero 91 in poi, l’idea emersa dal Sinodo, di una missione non per pochi ma di tutti i battezzati, nel pieno spirito del Concilio Vaticano II. 

Chiesa cattolica svizzera

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