Vaticano, un patto globale per dire no alle disuguaglianze

In un tempo di disuguaglianze sociali, è necessario recuperare la solidarietà tra i popoli, i governi e le organizzazioni internazionali. Parte da questo concetto il workshop che si apre domani in Vaticano alla Casina Pio IV: «Nuove forme di fraternità solidale, di inclusione, integrazione e innovazione». L’evento è organizzato dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. Gli organizzatori ribadiscono che la «solidarietà è uno dei tre pilastri della Dottrina Sociale della Chiesa, assieme alla sussidiarietà e al bene comune. Da san Paolo VI a Francesco, tutti i Papi hanno particolarmente enfatizzato questo concetto». Per l’Onu più di due terzi della popolazione mondiale vive oggi in Paesi in cui la disuguaglianza è cresciuta dal 1990. L’1% della popolazione di 18 Paesi, tra cui Stati Uniti, Russia, India e Brasile, detiene oltre il 20% della ricchezza mondiale.

Per il presidente della Pontificia Accademie delle Scienze Sociali, l’economista Stefano Zamagni, «ci vuole un patto globale per modificare le regole del gioco economico, a livello soprattutto internazionale. Bisogna cioè smettere di pensare di correggere le diseguaglianze intervenendo a valle e non invece a monte. Gli interventi a valle, cioè di tipo più o meno assistenzialistico, potevano andar bene fino a un recente passato quando le disuguaglianze erano sotto controllo. La novità dell’ultimo trentennio è che sono le regole, cioè la struttura delle relazioni economiche a generare le disuguaglianze indipendentemente dalla volontà delle persone. Far capire questo sarebbe un grande risultato. Molti pensano che quelli che stanno male, che stanno in fondo alla scala sociale non hanno le doti sufficienti, in parte questo è vero ma non è più così. Oggi le disuguaglianze sono provocate dal modo in cui funziona la finanza speculativa Internazionale».

Ascolta l’intervista all’economista Stefano Zamagni

Chiesa cattolica svizzera

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