Da Davos al Vaticano, per una tecnologia del bene

Proponiamo qui di seguito quale spunto di riflessione un interessante contributo di Riccardo Luna, che cura la rubrica Stazione Futura su «la Repubblica»

In fondo, il forum che si svolge a Davos è appassionante e prevedibile come una serie tv. Ogni anno c’è una sfilata di super potenti che si danno appuntamento nella scicchissima cittadina svizzera. Ogni anno c’è Oxfam che ci ricorda che i ricchi sono diventati sempre più ricchi. Ancora più ricchi dell’anno precedente, quando erano già così assurdamente ricchi da indignarsi un po’ persino loro. Ogni anno c’è una rockstar ingrigita che gliele prova a cantare. E ogni anno c’è un ribelle, meglio se giovane, meglio se donna, che ci ricorda che un altro mondo non solo è possibile: è auspicabile se vogliamo avere un futuro. Prima era la no global Naomi Klein, adesso Greta Thunberg.

Non tutto è identico, però. La Silicon Valley, per esempio, da un paio di anni è passata dal tappeto rosso al banco degli imputati (addirittura nel 2018 il miliardario George Soros definì Facebook e Google una minaccia per l’umanità e disse che i loro giorni erano «contati». Previsione, lo possiamo dire, clamorosamente fallita). Per questo tra le cose da seguire nell’agenda dei lavori che si apre domani, c’è il filone di incontri intitolati Tech for Good. La tecnologia che fa bene, perché di quella che fa male se ne parla abbastanza. E’ fondamentale costringere le aziende più grandi del pianeta a non pensare solo al loro profitto. Un esempio viene da Microsoft, che qualche giorno fa ha annunciato di voler investire un miliardo di dollari non solo per smettere di inquinare, arrivando a emissioni zero, ma per riassorbire tutte le emissioni inquinanti prodotte dal 1975, anno di nascita della azienda, ad oggi.

Questo approccio etico della società fondata da Bill Gates verrà ribadito il 28 febbraio, quando in Vaticano verrà firmata, da Microsoft e Ibm, una carta che impegna a uno sviluppo dell’intelligenza artificiale che tuteli la nostra umanità. Per dirla con parole facili, si tratta di evangelizzare i robot, ovvero di premiare «il buon algoritmo», espressione che ricorda «il buon samaritano» dei Vangeli. Questo impegno solenne lo vengono a prendere a Roma non perché all’Italia venga attribuito un primato tecnologico, che non abbiamo; ma perché al Papa viene riconosciuto un magistero morale e culturale. Una occasione da non perdere.

Informazioni complementari: Il 26-27-28 febbraio 2020 la Pontificia Accademia per la Vita promuove in Vaticano un workshop sul tema «Il buon algoritmo? Intelligenza Artificiale: Etica, Diritto, Salute». In particolare, il 28 febbraio è previsto l’evento «RenAIssance. Per un’intelligenza artificiale umanistica», nel quale prenderanno la parola Brad Smith, presidente Microsoft, John Kelly III, vice direttore esecutivo Ibm, il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, il direttore generale della Fao, Qu Dongyu. È previsto l’intervento di Papa Francesco, in collegamento audio-video dal Palazzo Apostolico. Nel corso della mattina, Microsoft e Imb firmeranno una Call for Ethics che vuole aiutare le aziende in un percorso di valutazione degli effetti delle tecnologie collegate all’intelligenza artificiale, dei rischi che comportano, di possibili vie di regolamentazione, anche sul piano educativo. www.academyforlife.va. (red)

Chiesa cattolica svizzera

https://www.catt.ch/newsi/da-davos-al-vaticano-per-una-tecnologia-del-bene/