Usa, monsignor Gomez: ancora lontani dal sogno di Martin Luther King

«Siamo ancora una volta dolorosamente consapevoli di essere tuttora lontani dal sogno del reverendo Martin Luther King Jr per l’America, la ›comunità amata’ per la quale ha dato la sua vita». Queste le parole del presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, mons. José H. Gomez, per ricordare l’anniversario della morte del reverendo King, che si celebra come festa nazionale, il 20 gennaio, in tutti gli Stati Uniti.

La strada fatta contro il razzismo non è abbastanza
L’arcivescovo Gomez si dice grato per l’esempio di solidarietà mostrato da King verso coloro che soffrono per le ingiustizie e per la sua testimonianza di amore e nonviolenza nella lotta al cambiamento sociale. Riconosce la strada fatta dal Paese negli ultimi anni, ma sottolinea che non è abbastanza. Ancora troppe le ingiustizie radicate nel razzismo e nella discriminazione e ancora troppi i giovani afroamericani uccisi nelle strade o rinchiusi nelle carceri. Quei quartieri vissuti dalle minoranze, «isole solitarie di povertà», sono ancora quelli dei tempi del reverendo King.

La necessità di una vera conversione del cuore
«Negli ultimi anni abbiamo assistito a inquietanti epidemie di razzismo», prosegue l’arcivescovo, ad un aumento di attacchi antisemiti, a manifestazioni di nazionalismo bianco, a violenze contro ispanici e altri immigrati. «Ciò di cui abbiamo bisogno, e che chiediamo, è una vera conversione del cuore, una conversione che costringerà al cambiamento e alla riforma delle nostre istituzioni e della società», ribadisce il presidente dell’episcopato americano, citando la Lettera pastorale dei vescovi sul razzismo del 2018.

Come onorare la memoria di Martin Luther King
Solo impegnandoci a costruire «l’’amata comunità’, un’America dove tutti gli uomini e le donne siano trattati come figli di Dio, fatti a sua immagine e dotati di dignità, uguaglianza e diritti che non possono mai essere negati, non importa il colore della loro pelle, la lingua che parlano o il luogo in cui sono nati», conclude mons. Gomez, sarà possibile onorare degnamente la memoria di Martin Luther King.

(Vatican News/red)

Chi era Martin Luther King
(fonte: Enciclopedia on line treccani.it)

Ecclesiastico battista e uomo politico statunitense (Atlanta, Georgia, 1929 – Memphis, Tennessee, 1968), è ricordato come una delle figure più carismatiche della lotta contro la segregazione razziale. Premio Nobel per la pace (1964), il suo ruolo fu decisivo per l ‘approvazione negli Stati Uniti della legge sui diritti civili (1964). Arrestato più volte per la sua attività, subì varie aggressioni e infine fu ucciso a Memphis il 4 aprile 1968. Profondamente incisivi i suoi sermoni a commento di passi dei Vangeli, raccolti sotto il titolo Strength to love (1963; trad. it. 1967).

Vita e attività – Ordinato pastore nel 1947, subito divenne elemento attivo della National association for the advancement of colored people, cui trasmise il metodo di lotta della «non violenza» di M. K. Gandhi. Pastore a Montgomery (Alabama) dal sett. 1954, egli fece della città uno dei centri più attivi e decisi del movimento per l’integrazione razziale. Arrestato per la prima volta nel 1956, l’anno dopo divenne presidente della Southern christian leadership conference, e come tale organizzò numerose «marce» del suo «esercito della non violenza» per protestare contro la segregazione razziale; a lui molto si deve se nell’estate del 1964 fu approvata la legge sui diritti civili. Trasferitosi ad Atlanta dal 1960, compì numerosi viaggi all’estero. Nel 1966, durante una «marcia», fu ferito da un estremista bianco. Fu ucciso a Memphis il 4 apr. 1968, pare da un razzista bianco. Sotto l’impressione destata nel paese dall’assassinio, che scatenò in parecchie città statunitensi, e soprattutto a Washington, violente dimostrazioni da parte dei Negri, il Congresso si decise ad approvare le più urgenti leggi integrazioniste, in particolare quelle sugli alloggi.

Opere – Oltre al già citato Strength to love, sulla sua lotta per l’integrazione scrisse, fra l’altro, Stride toward freedom (1958; trad. it. 1963), racconto autobiografico della sua azione a Montgomery, e Why we can’t wait (1964), testimonianza a volte drammatica della lotta per i diritti civili.

Chiesa cattolica svizzera

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