22 gennaio: 100 anni fa nasceva Chiara Lubich

Il 2020 segna i cento anni dalla nascita di Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari e figura carismatica del XX secolo che, con il suo pensiero e la sua azione in favore della fraternità e della pace, ha lasciato un’eredità diffusa in tutto il mondo. Un’occasione non tanto per ricordarla con nostalgia, ma per incontrarla oggi attraverso la testimonianza dei molti aderenti al movimento. Abbiamo chiesto a Oliviero Sgaravatti, pioniere, nel 1981, del primo Focolare maschile in Ticino, di raccontarci il suo incontro con questo carisma.

Sig. Sgaravatti, l’incontro con Chiara Lubich le ha cambiato la vita, cosa l’ha affascinata maggiormente? «Venendo da un’esperienza dove la contestazione la faceva da padrona e con essa le idee che chiedevano un cambiamento sociale, ho trovato in Chiara Lubich una possibilità concreta di attuare quegli ideali di giustizia e uguaglianza che sentivo importanti. Cominciando però da me stesso e con fatti concreti, come condividere i miei beni e il mio tempo, mettendo al primo posto l’altro. Sperimentavo come vere quelle parole del Vangelo che avevo letto ma non capito: «date e vi sarà dato», «qualunque cosa avrete fatto al più piccolo dei miei fratelli l’avrete fatto a me»… Questo cammino mi ha fatto scoprire un rapporto sempre più personale con Gesù, vivo e presente,qui e ora».

Il movimento dei Focolari è presente in tutto il mondo. Si occupa di ecumenismo, dialogo interreligioso, economia, politica, comunicazione… Ci sono momenti distinti a seconda dell’età e incontri comunitari. Come si è sviluppato? «C’è certamente una «struttura» che permette che tutto funzioni bene, ma non è l’aspetto prioritario. Vorremmo che il movimento assomigliasse a una famiglia nella quale prima di tutto ci si vuole bene e ci si aiuta. In una famiglia ci sono diversi ruoli, ma è preponderante l’amore che circola. Ci rendiamo conto che le persone hanno bisogno di rapporti veri, fraterni. Questo naturalmente non è scontato, non si è mai arrivati, siamo in cammino, con i nostri pregi, ma anche con i nostri limiti. Poi, se riusciamo a vivere fra noi questo rapporto di amicizia, di amore scambievole come ci chiede il Vangelo, possiamo trasmetterlo a chi ci sta intorno, a tutta la società».

Dalla sua esperienza cosa incuriosisce maggiormente le nuove generazioni? Il Vangelo, attraverso il carisma del movimento, come parla al loro cuore? «Anche con i giovanissimi e gli adolescenti vogliamo lavorare per contribuire a costruire un mondo più unito, a realizzare la fraternità universale, a dare vita ad azioni di pace iniziando dalla nostra vita quotidiana e dalle nostre città. Il movimento ha sviluppato una pedagogia che vuole raggiungere i ragazzi e le ragazze di oggi lì dove sono, parlare al loro cuore e indirizzarli concretamente sulla via dell’amore. A livello mondiale vengono lanciate varie azioni come Run4unity, Fame Zero, cantieri Hombre Mundo e noi dal Ticino cerchiamo di aderirvi. L’anno scorso con un gruppo di ragazzi dai 14 ai 18 anni è stato organizzato un campo missionario in Albania. Nello scorso novembre, i ragazzi dai 9 ai 13 anni hanno realizzato un mercatino di Natale e hanno scelto di produrre piccoli oggetti con materiale riciclato per dare un aiuto al progetto «Goccia dopo goccia» che abbiamo in Thailandia (www.gocciadopogoccia. ch). «Fare squadra»: ecco lo slogan che anima quest’anno le nostre attività in Ticino».

Come guardate al futuro e alle sfide del mondo globalizzato? «Oggi emergono particolarmene le peculiarità proprie del carisma dell’unità di Chiara Lubich: da una parte il vivere una vita di comunione a tutti i livelli, basata sull’amore scambievole che «rende possibile l’unità e porta la presenza di Gesù nella collettività» – premessa agli statuti generali del movimento dei Focolari – e dall’altra nell’essere in dialogo e a servizio in ogni ambito della Chiesa e della società. «Farsi uno» – una caratteristica dell’amore che Chiara spesso citava – cioè il calarsi nella pelle dell’altro in modo da poterlo conoscere e capire veramente, liberi da ogni pregiudizio, è un atteggiamento che riteniamo sia di vitale importanza per il futuro. Per questo persone singole, ma anche gruppi si impegnano nei più vari ambiti umani per dare un contributo nel costruire una società del dialogo.

Quali attività concrete sono nate negli anni scorsi in Ticino da questo ideale dell’unità? «Per esempio con la Comunità di lavoro delle chiese cristiane in Ticino viene proposto un momento di ascolto e silenzio, offerto settimanalmente in Avvento e in Quaresima sul mezzogiorno, in una chiesa di Lugano. Un altro esempio è stato l’evento «Alle radici dell’umano» del 9 giugno 2018, nato dal dialogo tra le varie realtà ecclesiali delle nostra diocesi».

E i prossimi appuntamenti? «Quest’anno, dal 4 all’11 luglio, organizziamo con la Svizzera italiana la Mariapoli (»Città di Maria») ad Ollomont, in Valle d’Aosta. La Mariapoli è l’appuntamento storico più caratteristico che fin dagli inizi ha radunato per alcuni giorni quanti volevano conoscere spirito e stile di vita dei Focolari, incoraggiandoli a mettere in pratica la legge dell’amore evangelico. Abbiamo da poco aperte le iscrizioni e già ci sono molte adesioni, ne aspettiamo altre. Per informazioni: mariapoli2020@ bluewin.ch».

La biografia di Chiara Lubich

Chiara Lubich nasce a Trento il 22 gennaio 1920, in una famiglia di modeste condizioni. Dalla madre eredita la fede cristiana, dal padre socialista, una spiccata sensibilità sociale. Diplomata maestra elementare, riprende gli studi all’Università di Venezia, ma non può proseguirli a causa del secondo conflitto mondiale. Ed è proprio in quegli anni bui, sotto i bombardamenti, che scopre aprendo il Vangelo l’ultima preghiera di Gesù: «Che tutti siano uno, come io e te». Per attuare quella pagina spende tutta la sua vita. E’ questo il suo carisma: l’unità. L’esperienza di un Dio-Amore la conduce a dar vita ad un’opera vasta e complessa tesa a ricomporre nell’unità e nella fraternità la famiglia umana: il Movimento dei Focolari, un albero con 27 diramazioni. Nel 1966, invita i giovani ad essere protagonisti di un mondo nuovo e unito: nasce il Movimento Gen (generazione nuova). Nel ’67 dà il via al Movimento Famiglie Nuove in cui le famiglie sono i primi attori di rinascita dalla crisi che mostra i primi segni. In campo culturale nel 1990 dà vita alla Scuola Abba, un centro studi internazionale e interdisciplinare. Negli ultimi mesi della sua vita pone la firma per la nascita dell’Istituto Universitario Sofia che sorge in una delle 23 cittadelle di testimonianza, a Loppiano (Firenze), da lei fondate. Di fronte alle gravi disparità sociali che colpiscono l’America Latina, durante un viaggio in Brasile, nel 1991 dà il via al progetto dell’Economia di comunione. Nel 1996 a Napoli pone le basi per il Movimento Politico per l’unità. Prima donna e cristiana nel 1981 a prendre parola in un tempio buddista a Tokyo, Chiara Lubich si fa apripista nel dialogo all’interno della propria Chiesa, tra le Chiese, le religioni e con persone senza alcun riferimento religioso. Già a partire dagli anni sessanta la sua spiritualità via via viene riconosciuta come ecumenica. Il 14 marzo 2008, dopo lunga malattia, è deceduta nella sua casa a Rocca di Papa (Lazio). Nel gennaio del 2015 si è aperta la causa diocesana di beatificazione che si è conclusa il 10 novembre 2019. Prosegue ora in Vaticano, presso la Congregazione delle Cause dei Santi. «Lo spartito è in Cielo, noi cerchiamo di suonare quella musica in terra», ha ripetuto più volte la fondatrice dei Focolari.

Stasera TV2000 celebra il centenario

Oggi, 22 gennaio, per celebrare i 100 anni dalla nascita di Chiara, l’emittente TV2000 manderà in onda alle 23 uno speciale dedicato alla fondatrice dei Focolari.

Federico Anzini

Chiesa cattolica svizzera

https://www.catt.ch/newsi/chiara-lubich-anche-in-ticino-ha-seminato-pace-e-unita/