Pastorale Vocazionale: cercare il meglio per essere felici e fecondi

Capire il vero significato del binomio vocazione e felicità. Perché quando si parla di una vita felice, spesso si immagina un’esistenza gioiosa e senza problemi e, a volte, anche la vocazione è annunciata così, come se la vita nuova promessa dal Vangelo introducesse «in un’altra vita» senza dolori, contraddizioni, e fatiche. Per evitare questo fraintendimento, l’Ufficio nazionale per la Pastorale delle Vocazioni della CEI ha promosso «Datevi al meglio della vita». L’incontro, si svolge nella capitale dal 3 al 5 gennaio ed è rivolto oltre che ai seminaristi, anche ai direttori regionali e diocesani delle pastorali delle Vocazioni, ai rettori dei seminari, ai catechisti ed operatori pastorali.

La vocazione: gioia e fatica

Filo conduttore delle relazioni che si alterneranno durante i tre giorni, sono le parole che Papa Francesco ha spesso rivolto ai giovani invitandoli a «Cercare il Signore custodire la sua Parola, cercare di rispondere ad essa con la propria vita, crescere nelle virtù».

«Spesso annunciamo la vocazione come felicità – spiega nell’intervista don Michele Gianola, direttore dell’Ufficio nazionale per la Pastorale delle Vocazioni della CEI – quasi come fosse un sogno staccato dal resto dell’esistenza reale, ma non è così. In realtà, quando parliamo di persone felici, intendiamo coloro che hanno scelto di seguire il Signore, ma abbracciando con gioia anche tutta la fatica e la sofferenza di quella decisione, perché è in questo che si rende la propria esistenza feconda, e quindi riuscendo a vivere una vita felice».

Il seminario: preghiera, studio e comunione

Particolarmente importante, nel percorso vocazionale, diventa il cammino di preparazione in Seminario, »casa di preghiera, di studio e di comunione» come lo ha definito Papa Francesco durante l’udienza ai seminaristi dell’Emilia Romagna, proprio nella settimana in cui ha celebrato i suoi 50 anni di sacerdozio. »Tutti i percorsi vocazionali – sottolinea ancora don Gianola – hanno bisogno di un luogo dove poter fare una vera esperienza del Signore, ma anche dove poter affrontare i propri dubbi e capire cosa vuol dire vivere in una fraternità. Per questo il seminario è un tempo privilegiato per questi giovani, perché attraverso l’aiuto degli educatori, della preghiera e dello studio, hanno la possibilità di comprendere se la propria intuizione iniziale debba concretizzarsi in una vera e propria richiesta di servizio sacerdotale alla Chiesa o se resta solo un’esperienza del proprio cammino di vita».

Educare al discernimento

Numerose le volte in cui Francesco ha sottolineato l’importanza fondamentale del discernimento che non riguarda solo i futuri sacerdoti, ma è qualcosa a cui tutti siamo chiamati. Da qui, le parole del direttore della Pastorale delle Vocazioni CEI: «In tutte le stagioni della vita siamo chiamati a discernere qual è il bene che posso fare oggi nella relazione con il Signore, per capire come mi devo comportare al meglio. La chiamata alla vocazione sacerdotale diventa allora una risposta all’invito del Signore che intercetta tutti i nostri desideri più profondi, portandoci a scegliere solo ciò che vogliamo davvero, anche se magari in un primo momento non lo capiamo bene»

È Gesù la vera felicità

Solo così, quindi, la vita felice promessa dal Vangelo, diventa allora una vita feconda. «In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità – affermava San Giovanni Paolo II alle decine di migliaia di giovani presenti alla Veglia di Tor Vergata in quel lontano 19 agosto del 2000 –  è Lui che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società rendendola più umana e fraterna».

Vatican News/red

Chiesa cattolica svizzera

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