Un 2020 in cui essere influencer di noi stessi

Nel 1981 il comico italiano Massimo Troisi diresse e interpretò un film molto simpatico: «Ricomincio da tre». Gaetano, un giovane venditore ambulante, decide di lasciare il paese, trasferirsi in città e cominciare una nuova vita. Quando all’amico Lello, comunicando la notizia, dice la famosa frase: «Ricomincio da tre». «Ma come da tre?», gli risponde l’altro. «Da tre, perché tre cose mi sono riuscite nella vita; devo perdere pure queste?». Tipica ironia napoletana che ci fa riflettere sul senso della vita.  Per il prossimo anno, mi sono detto, vorrei ricominciare anche io da tre indicazioni fondamentali per me e, spero, anche per voi: io, gli altri e Dio. L’io è quanto di più prezioso abbiamo e che nessuno può toglierci.  Allora voglio essere veramente me stesso, con quella specificità che solo io posso portare al mondo.  È indispensabile quindi che scopra il prima possibile chi sono, che cosa ci sto a fare al mondo, qual è quel contributo che sono chiamato a dare alla società. Vorrei trovare la felicità, vivere la vita in pienezza, realizzare i miei sogni e i miei desideri più profondi. Vorrei essere una persona armonica, equilibrata, matura, perché il mio io possa fiorire e produrre frutti d’amore. Ho bisogno quindi di crescere nell’autostima, di sapere che sono unico e irripetibile. Senza di me il mondo è più povero. Per essere davvero quello che sono devo evitare il rischio dell’omologazione. Quella pericolosissima tendenza della cultura dominante la quale pretende che pensiamo tutti allo stesso modo, compriamo le stesse cose, facciamo quello che ci dicono. Cari lettori, siate influencer di voi stessi, ragionate con la vostra testa, esercitate fino in fondo la vostra libertà. Siate trasgressori del «pensiero politicamente corretto» e con creatività cercate nuove vie per costruire una società più umana.  Ciascuno di noi, però, non vive isolato, io e voi siamo inseriti nel mondo dove vivono gli «altri». Nel prossimo anno, quindi, non voglio escludere nessuno. Voglio riconoscere in «lui» e in «lei» un altro «io», distinto da me, che, a sua volta, possa essere se stesso. Vorrei quindi rispettare le idee, la libertà degli altri, aiutarli, amarli, pensare a loro. Vorrei stabilire una relazione positiva, durevole e fedele con chi fa parte della mia vita: i miei familiari, i miei amici, i miei colleghi, i mei vicini di casa, riconoscendo i santi della porta accanto. Infine l’ultima parola, la più importante: Dio. Per me, non è possibile vivere come se Dio non esistesse. In ogni momento vedo segni della sua presenza. Dio è amore, gioia, perdono, pace, luce. Solo in Lui troviamo speranza, certezza e consolazione. Solo Lui ci sostiene nella sofferenza e può liberarci dal male. Senza Dio la vita è vuota, la morte ci sovrasta e l’uomo non sa più chi è. Con lui la vita è meravigliosa, la morte è sconfitta per sempre e l’uomo scopre la verità. Che ne dite? Ci proviamo a ricominciare da tre? Io, gli altri e Dio, per un anno da sognare e realizzare insieme.

Don Marco Dania

Chiesa cattolica svizzera

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