Il Papa: tanti oggi i cristiani perseguitati, anche con i guanti bianchi

San Paolo, in catene, insegna la perseveranza nella prova e ci aiuta a ravvivare la fede e ad essere discepoli missionari. Stamani all’udienza generale in Aula Paolo VI, il Papa si concentra sulla testimonianza di san Paolo davanti al re Agrippa narrata negli Atti degli Apostoli, che sono al centro delle sue riflessioni alle udienze generali di questo tempo. Ad accompagnare il clima festoso  che lo accoglie, un breve spettacolo di acrobati e giocolieri del Circo di Mosca, che il Papa ha poi salutato con calore. 

Il martirio è l’aria della vita di un cristiano

L’arrivo a Gerusalemme di Paolo, sottolinea Francesco nella catechesi, aveva scatenato un odio feroce: gli rimproveravano di essere stato un persecutore, viene accusato di insegnare contro la Legge e il tempio, viene arrestato e inizia la sua peregrinazione di carcerato fino ad arrivare davanti al re Agrippa. Luca, nota il Papa, testimonia la somiglianza fra Paolo e Gesù, entrambi odiati e accusati pubblicamente e riconosciuti poi innocenti dalle autorità imperiali: «così Paolo è associato alla passione del suo Maestro» e la sua passione diventa vangelo vivo. Proprio l’esperienza di san Paolo dà al Papa l’occasione di tornare sul tema della persecuzione. Stamattina prima dell’udienza generale, Papa Francesco aveva infatti ricevuto alcuni pellegrini ucraini rilevando la sofferenza che hanno patito per il Vangelo e come non abbiano «negoziato la fede».

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