Viaggio tra le raffigurazioni della natività nel mondo. Maria Elena Guidotti sulla mostra nelle cantine dell’antico convento di Monte Carasso

A Lugano la «luce» del Natale «rischiarerà » anche il Ceresio. Torna infatti l’appuntamento con il presepe sommerso in Rivetta Tell. Ma quello «subacqueo» non sarà l’unico presepe, infatti, in centro città se ne può ammirare anche uno a grandezza naturale. Sembra quindi che nelle nostre piazze ci sia un ritorno alle tradizioni cristiane, perché, se da un lato il presepe non ha mai abbandonato le nostre chiese ticinesi, la sua presenza «pubblica» oggi non è scontata. Una presenza piacevole e significativa che nella frenesia degli acquisti natalizi ci ricorda il vero festeggiato, «un Dio che ci ama a tal punto da condividere la nostra umanità e la nostra vita», come scrive Papa Francesco nella recente lettera apostolica sul significato del presepe (vedi box a lato). Sul territorio ticinese sono molte le iniziative che mettono al centro questa tradizionale rappresentazione sacra della natività. Ne abbiamo scelte alcune che presentiamo in questa pagina. Iniziamo con la mostra di presepi nell’antico Convento delle Agostiniane a Monte Carasso, curata dall’associazione benefica Gianni Pestoni, che sostiene i progetti in ambito scolastico e sanitario di Suor Maria degli Angeli di Sementina che opera in Madagascar e di Helen Schoch di Monte Carasso attiva in Ucrania orientale per assicurare ai più poveri l’acqua potabile tramite pozzi e condotte. La mostra, giunta al secondo anno, si snoda attorno alla figura di San Francesco, che per la prima volta nel 1223 nel piccolo paese laziale di Greccio ha inaugurato questa tradizione.

Abbiamo chiesto a Maria Elena Guidotti, dell’associazione Gianni Pestoni, di spiegarci come è nata questa esposizione e come è stata allestita: «Abbiamo considerato la forte presa di coscienza collettiva registrata quest’anno a livello mondiale in tema di salvaguardia e custodia del creato. A fianco dei presepi, di proprietà di circa una trentina tra collezionisti e artisti, alberga quindi la figura di San Francesco, «inventore del presepe e patrono dell’ecologia» ed anche alcune immagini fotografiche che celebrano la stupefacente bellezza del Creato».

Sig.ra Guidotti, il presepe è una tradizione antica, perché continuare a proporla ancora oggi? «Perché porta con sé valori di grande attualità quali la solidarietà, il senso della famiglia, lo stare assieme, l’accoglienza, l’umiltà… Come cristiani dobbiamo essere veicoli d’amore. È la base di tutto. Il presepe ci parla di valori che dobbiamo cercare di vivere in questo mondo di materialismo imperante e relativismo diffuso ».

La rappresentazione della natività cosa ci insegna? «Ci insegna l’amore per il prossimo, a farci piccoli per essere grandi. Maria, Giuseppe e il bambino Gesù, senza condizionamenti, hanno accettato il loro cammino di gioia e di dolore. Oggi più che mai abbiamo tanto bisogno di tornare ai valori del presepe, per riconsiderare la nostra vita e interrogandoci sul dove siamo diretti ».

Mi sembra che per lei siano molto significativi i Re Magi… «Si, perché sono dei dotti venuti da lontano per adorare un Dio povero. I potenti che si prostrano a Gesù, apparentemente piccolo ma invece portatore di un esplosivo messaggio d’amore per l’umanità. L’incontro dei grandi del mondo con un Dio fatto bambino è stato un evento decisamente inconsueto, impensabile. Inoltre i Re Magi fecero il viaggio di ritorno per una via diversa… Questo potrebbe simboleggiare che i cambiamenti di vita sono possibili per tutti, anche per i potenti del mondo».

Tra i tanti presepi della mostra quale è il suo preferito? «Faccio fatica a sceglierne uno. A dire la verità tutti mi sono cari e significativi poiché il presepe mi attrae per la fantasia, la maestria e talune volte per l’originalità. Ogni acquisto di presepe racchiude in sé un significato, un momento particolare. Talvolta conduce ad una nuova amicizia… Il presepe è anche questo». Inaugurazione della mostra domenica 15 dicembre alle 16.30. L’esposizione rimarrà aperta fino al 12 gennaio dalle 14 alle 18 (tranne il 25 dicembre).

Il presepe della Fondazione S. Gottardo al don Orione di Lopagno

Una tradizione consolidata, che per la secondo volta consecutiva, è realizzata all’esterno. Novità di quest’anno è un percorso illuminato nel bosco dove è possibile scoprire altre natività realizzate da ospiti di altre strutture della Fondazione S. Gottardo. «Abbiamo un tesoro di manufatti – ci confida Antonio Unida, operatore alla casa don Orione – tramandati da decenni di realizzazioni di presepi. Cerchiamo però di creare sempre qualcosa di nuovo. Quest’anno abbiamo curato il realismo del paesaggio ambientato a Gerusalemme e a Betlemme. Nei vari atelier gli ospiti hanno lavorato con entusiasmo. E’ un attività che aspettano ogni anno quasi con trepidazione». «Ogni persona – continua Antonio – si può rispecchiare nel presepe. Tutto il popolo, con vizi e virtù, è rappresentato nei vari personaggi. Poi la grotta della natività trasmette speranza, aiuta a guardare la vita con fiducia perché c’è un Dio che si è fatto vicino a ciascuno di noi». E’ possibile visitare i presepi dal 7 al 12 gennaio. Orario consigliato: 16.00-18.30.

Federico Anzini

Chiesa cattolica svizzera

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