Il vescovo di Lugano celebra per santa Barbara coi pompieri lodando la generosità del loro servizio

«Con grande gioia vengo in mezzo a voi per celebrare questa Eucaristia, ricordando la vostra Patrona, Santa Barbara, protettrice di tutti voi che avete la forza e la determinazione di compiere un servizio tanto prezioso, quanto coraggioso».

Così il Vescovo di Lugano ha salutato i molti presenti nella caserma dei civici pompieri di Lugano per l’annuale incontro nella festa di Santa Barbara celebrata il 4 dicembre. Con Mons. Lazzeri ha concelebrato il Parroco di Lugano, Don Aldo Aliverti.

Prima dell’inizio della celebrazione erano intervenuti il comandante del Corpo, colonnello Mauro Gianinazzi  e il vicesindaco Michele Bertini. Entrambi hanno rivolto un cordiale saluto al Vescovo e ai molti presenti, esprimendo viva soddisfazione per la numerosa partecipazione. Al saluto hanno unito sentimenti di gratitudine e di apprezzamento per il servizio che i militi del Corpo, nella maggioranza volontari,  compiono lottando con coraggio quando il fuoco divampa, l’acqua inonda, gli idrocarburi avvelenano e inquinano, il terreno cede e frana.

Santa Barbara  è una delle sante più popolari del Medioevo. Il suo martirio è ambientato a Nicomedia, in Bitinia, intorno al III secolo cristiano. Secondo la tradizione, questa fanciulla, che aveva abbracciato il cristianesimo,  sarebbe stata accusata, torturata e infine uccisa di spada dal proprio padre, ostinatissimo pagano. La tradizione narra pure che quando la testa recisa di Barbara cadde  a terra, un fulmine scoccò dal cielo e incenerì il padre snaturato. Quel fulmine a ciel sereno è la chiave di interpretazione della devozione per Santa Barbara, da sempre invocata per proteggere dal fulmine e dalla morte improvvisa. Con l’invenzione della polvere da sparo e delle armi da fuoco, la devozione a Santa Barbara si diffuse in particolare tra coloro che maneggiavano il «fulmine creato dell’uomo»: artificieri, cannonieri, pirotecnici, artiglieri, minatori, per i quali i pericoli sono sempre in agguato. Commuove vedere che i minatori, alla caduta dell’ultimo diaframma di una galleria, portano subito la statua di Santa Barbara da un lato all’altro, quale segno di devozione, affetto e gratitudine per la protezione loro assicurata durante il duro avanzare dello scavo dentro la montagna.

Una patrona scelta pure dai vigili del fuoco per i quali i pericoli non mancano certamente.

 All’omelia il Vescovo, ricollegandosi alle letture proposte dalla Liturgia, si è soffermato sul fuoco di amore che Gesù, nel suo cammino terreno, ha manifestato verso chi era provato da gravi malattie o da difficoltà, assicurando il suo intervento quale espressione di vera compassione. «E’ l’atteggiamento, ha sottolineato Mons. Lazzeri,  anche delle persone che si mettono a disposizione degli altri per risolvere, con i loro interventi, situazioni gravi e di pericolo». Immediato il riferimento al servizio dei pompieri con l’augurio sincero che «questa fiamma che avete nel cuore non si spenga mai».

L’ambiente della celebrazione, semplice e suggestivo, invitava alla partecipazione con quelle due scale di legno, poste dietro l’altare, l’una in verticale e l’altra in orizzontale per formare croce, simbolo di un’offerta d’amore fino al dono totale della vita.

Al termine della celebrazione, ricollegandosi al tempo liturgico dell’Avvento,  Mons. Lazzeri ha sottolineato, rivolgendosi ai militi presenti, che «è proprio di voi il tempo della vigilanza per essere pronti e solleciti quando suona l’allarme ad intervenire con bravura, coraggio e determinazione».

E’ seguita la recita della preghiera a Santa Barbara, patrona dei Pompieri, di cui riportiamo questi significativi passaggi: «Quando la sirena urla per le vie della città, ascolta il palpito dei nostri cuori votati alla rinuncia». «Signore, siamo i portatori della Tua croce e il rischio è il nostro pane quotidiano». «Per noi credenti la morte è vita e luce: nel terrore dei crolli, nel furore delle acque, nell’inferno dei roghi, la nostra vita è fuoco, la nostra fede è Dio».

L’esecuzione del suggestivo inno a Santa Barbara ha chiuso la celebrazione, mentre nel cuore di tutti si avvertiva il rinnovarsi di un proposito e di un impegno, sempre compiuto con grande competenza e responsabilità, meritevole del grazie sincero dell’intera comunità.

Gianni Ballabio

Chiesa cattolica svizzera

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