Altri 600 profughi siriani sono stati trasferiti dalle autorità turche nel nord-est della Siria. La zona è stata al centro nel mese di ottobre dell’operazione militare di Ankara contro le milizie curde, seguita da un’intesa sullo stop ai bombardamenti negoziata da Stati Uniti e Russia. E ora è sotto il controllo di Ankara e dei ribelli che sostengono la Turchia.
Diverse ong hanno accusato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ha sempre parlato di rientri «volontari» da parte dei profughi siriani riparati in Turchia, di puntare a creare una zona di sicurezza nell’area frontaliera e di procedere a rimpatri forzati. Ieri Human Rights Watch ha denunciato «esecuzioni sommarie» ed «espropriazioni» effettuate proprio nella zona controllata dai turchi.
Raid aerei russi e governativi siriani sono stati intanto segnalati ad inizio settimana nella Siria nord-occidentale, in un territorio fuori dal controllo delle autorità di Damasco e dove operano miliziani anti-regime, tra cui affiliati a gruppi qaidisti.
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