Terremoto in Albania: mons. Peragine (Albania meridionale), «apriremo le strutture delle nostre chiese agli sfollati»

«Tanti edifici sono crollati e tante persone, rimaste senza casa, si trovano in condizioni di emergenza. Accoglieremo gli sfollati nelle strutture delle nostre chiese». Lo dice al Sir mons. Giovanni Peragine, amministratore apostolico dell’Albania meridionale e vicepresidente della Conferenza episcopale albanese, dopo il forte sisma che ha colpito nella notte il Paese balcanico causando al momento la morte di 11 persone. «Per ricordare le vittime di questo sisma organizzeremo dei momenti comuni di preghiera. Vogliamo anche esprimere la vicinanza delle nostre Chiese a chi è rimasto senza casa», aggiunge il presule che attualmente si trova a Valona, nell’Albania meridionale, zona in cui «non si sono rilevati particolari danni, anche se abbiamo avvertito le scosse». La parte più interessata dal terremoto, infatti, è quella a Nord, tra Durazzo e Tirana. Il presule racconta di 40 lunghi secondi in cui la terra ha tremato. «Si tratta di una delle scosse più violente di cui in Albania si ha memoria, come quella che si verificò nel 1979. Ma quella di ieri notte è durata di più». Altre scosse, ricorda mons. Peragine, «si sono verificate in quella zona negli ultimi mesi». Il presule è in contatto telefonico con l’arcivescovo di Tirana, dove «la Caritas, oltre all’assistenza alle persone, sta verificando i danni alle chiese e i problemi alle strutture causati dal sisma».

(AgenSIR)

Chiesa cattolica svizzera

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