Nicaragua: gesuiti, «repressione e violazioni diritti umani». Appello alla Comunità internazionale

La Conferenza dei provinciali gesuiti dell’America Latina e dei Caraibi (Cpal), la Provincia centroamericana della Compagnia di Gesù e l’Associazione delle università affidate alla Compagnia di Gesù in America Latina (Ausjal), in una nota diffusa ieri uniscono le proprie voci «a quelle dei vescovi del Nicaragua e di molti altri attori social» e chiedono «con urgenza alla comunità internazionale di esprimere fermamente la propria condanna per il modo in cui il Governo nicaraguense, attraverso le sue forze di sicurezza, sta mancando di rispetto ai diritti civili sanciti dalla Costituzione nazionale». I gesuiti accusano il regime di Ortega di reprimere le manifestazioni pacifiche, di provocare gruppi di opposizione per giustificare la propria violenza, di impedire il diritto di esercitare la libertà religiosa e di riunione, di perseguitare e far scomparire militanti dell’opposizione, di impedire azioni umanitarie e di calunniare le autorità ecclesiastiche. Esprimono una «speciale solidarietà» a padre Edwing Román e alle madri dei detenuti politici, in sciopero della fame e sotto assedio nella parrocchia di San Miguel, a Masaya. E condannano la presa di possesso della cattedrale di Managua, poi cessata, da parte delle «turbas» fedeli a Ortega.
«Chiediamo al signor Daniel Ortega di ordinare immediatamente la cessazione di attacchi, aggressioni e violazioni dei diritti umani e civili verso i membri dell’opposizione», si legge nella nota, mentre «chiediamo alla Comunità internazionale, organizzazioni religiose e umanitarie, organizzazioni internazionali, governi democratici del mondo e, in particolare in Europa e in America, di esercitare i migliori uffici per garantire il ritorno del Nicaragua nel sistema democratico».

Chiesa cattolica svizzera

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