La fatica feconda di un cammino diocesano da molti desiderato e a lungo atteso

Nel concreto, per la nostra Diocesi, il percorso delle «reti pastorali» vuole cogliere innanzitutto i segni buoni e positivi presenti nella ricerca di una più ecclesiale partecipazione e condivisione. Proprio in quest’ottica si inserisce una riscoperta «ministeriale» di ogni fedele battezzato – che non deve mai essere considerato come un «cliente» dei servizi religiosi del clero, ma piuttosto una pietra viva e determinante del tessuto ecclesiale. Non si può negare quanto sia al momento difficoltoso il cammino intrapreso: la partenza stessa di questa nuova forma che insiste sulla collaborazione, sulla ministerialità, sulla valorizzazione carismatica e sulla missione evangelizzatrice ha avuto e presenta numerosi punti su cui ci si dovrà ancora soffermare. Primo fra tutti l’impressione di avere un’ulteriore struttura alla quale doversi riferire o di forzare le collaborazioni tra presbiteri e comunità che non presentano punti comuni. Bisogna tuttavia ricordare che le «reti pastorali» sono semplicemente uno stimolo ad un rinnovato vigore entro le nostre comunità, grazie anche alle numerose forme di collaborazione che possono crearsi anche oltre i confini del proprio territorio e delle proprie attività. Cercando di rimanere fedeli al Vangelo, il progetto delle Reti desidera proprio riscoprire che «essere sale della terra e luce del mondo» richiama ad una fedeltà evangelica che va costantemente rinnovata. Si tratta – e sarà il punto essenziale che potrà portare alla riuscita o meno – di cogliere desideri, impressioni, suggerimenti di tutti i fedeli e lasciare che vengano fecondati dallo Spirito, unico vero garante del cammino della Chiesa. È un’esperienza di sinodalità nella nostra terra. È proprio quello che va riscoperto all’interno del nostro «essere Chiesa», prima che «fare chiesa». È la grande opportunità di rivivere non la struttura ma la comunità ecclesiale, rinnovando vigore, entusiamo e fiducia nelle relazioni tra i fedeli tutti, laici e clero, giovani e famiglie, professionisti e pensionati. La Rete è quindi la spinta a trovare i «punti di incontro», i «nodi» tra i vari ambiti, attività, comunità per essere sempre più fedeli al Vangelo, unico e vero programma pastorale.

Don Emanuele Di Marco

Chiesa cattolica svizzera

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