La lezione di Liliana Segre

Giovedì sera ho seguito al nostro TG sulla RSI le parole che la senatrice italiana Liliana Segre, 89 anni, sopravvissuta al lager di Auschwitz ha rivolto a commento della notizia della scorta che le è stata attribuita a seguito delle molteplici minacce razziste e antisemite di cui è stata vittima in questi ultimi giorni, soprattutto nei social. La calma serafica di questa donna ma pure la lucidità che ha espresso nel considerare come il male esista sempre nel cuore dell’uomo e le situazioni di crisi sociali e della democrazia stessa non lo facciano aumentare ma semmai, semplicemente, riemergere dal limbo dove si era momentaneamente nascosto, mi conferma che l’esperienza antropologica dei sopravvissuti a questi lager è ricca di una drammatica saggezza: nessuno di noi può permettersi di non vegliare sul proprio cuore, sui sentimenti profondi che lo abitano, sulle passioni e sulle emozioni. Dobbiamo imparare ad essere umili, a non crederci perfetti, perchè in realtà la fragilità e il non senso sono sempre lì, in agguato in ognuno di noi, pronti a trasformare l’apparente migliore essere umano, in un violento o verbale o fisico. Chi è uscito da quei lontani lager sa questo, nella migliore delle ipotesi lo sanno i figli di coloro che sono scampati a tale orrore e in taluni casi i nipoti. Forse allora, proprio questa seconda e terza generazione insieme a coloro che non si credono perfetti, può fare in modo che la memoria, il sacrificio, la saggezza drammatica di padri e nonni, di lontani parenti o semplicemente di gente di cui abbiamo letto e appreso a distanza, la loro lontana ma sempre presente tremenda esperienza, continui a dire e a proclamare che nulla è mai scontato e che il cuore dell’uomo, di ognuno di noi, che ci piaccia o meno, è sempre in bilico tra vertici di grandezza e abissi di male, tra ideali alti e mediocri compromessi, tra temperanza e bassezza. Le  parole di Liliana Segre sono lì a ricordarlo, ma non in modo generico: esse parlano a me e a te, a noi dicendoci di continuare ad essere umili nel cuore, perchè questa è la possibilità che abbiamo per salvare l’umanità che c’è in noi e forse attorno a noi.

Chiesa cattolica svizzera

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