La liturgia di questa giornata particolare per la Chiesa parla di speranza e di un Dio che non dimentica i suoi, anzi promette loro la vita eterna. Il brano del Vangelo è quello delle beatitudini, il programma della vita cristiana.
Papa Francesco non ha un testo preparato, parla a braccio e le sue prime parole si riferiscono al luogo di questa celebrazione. «Per me è la prima volta nella vita che entro in una catacomba», afferma, e questo posto ci dice tante cose.
Possiamo pensare alla vita di questa gente, che doveva nascondersi, che aveva questa cultura di sotterrare i morti e celebrare l’Eucaristia qui dentro … è un momento di storia brutto, ma che non è stato superato: anche oggi ce ne sono. Ce ne sono tanti» .
Ce ne sono tante di catacombe in altri Paesi, prosegue, dove i cristiani devono perfino fare finta di fare una festa, un compleanno, per poter celebrare la messa perché lì celebrare è vietato. «Anche oggi ci sono cristiani perseguitati – ricorda il Papa – più che nei primi secoli». E sono tre le parole che Francesco vuol sottolineare in questa occasione: l’identità, il posto e la speranza.
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