E’ di questi giorni la notizia che Marcello Fidanzio è stato insignito dalla Biblical Archeology Society del premio per la miglior pubblicazione scientifica in archeologia dell’ultimo biennio, grazie al libro «The Caves of Qumran. Proceedings of the International Conference, Lugano 2014» (Leiden-Boston, Brill 2016). Fidanzio è professore straordinario alla Facoltà di teologia di Lugano (FTL) e direttore dell’Istituto di Cultura ed Archeologia delle terre Bibbliche ( ISCAB) e da anni si occupa, in collaborazione con l’Ecole Biblique et Archéologique Française di Gerusalemme, di dirigere lo studio e la pubblicazione degli scavi delle grotte di Qumran.
In che cosa consiste il valore di questo premio, professor Fidanzio? «E’ un riconoscimento che premia il lavoro su Qumran del nostro istituto ISCAB FTL: una ricerca che in Ticino ha trovato il sostegno di istituzioni pubbliche e private a partire dal DECS. Dal 2017 abbiamo avviato anche una collaborazione feconda con l’Università della Svizzera italiana. Mi fa pertanto particolarmente piacere questo riconoscimento, che è rivolto a tutti coloro che si sono coinvolti o hanno sostenuto questa ricerca. La nostra facoltà è una realtà giovane ma passo dopo passo si sta rivelando capace di consenso ed attenzione internazionale sul tema di Qumran».
Come stanno avanzando i vostri studi sulle grotte di Qumran e i manoscritti che sono stati ritrovati al loro interno? «Alla fine del 2015, l’ISCAB e l’Ecole Biblique hanno lanciato un grosso progetto che si chiama «Qumran Caves Publication Project». Ci siamo posti l’obiettivo di arrivare alla pubblicazione degli scavi archeologici alle grotte, che sono ancora in parte inediti».
Questo significa che possiamo attenderci ancora delle sorprese? «E’ stato sorprendente nel 2015 ritrovare nei magazzini a Gerusalemme 50 piccoli frammenti dei Rotoli del Mar Morto fino ad allora sconosciuti. Per me personalmente un’emozione difficile da dimenticare. Ma il privilegio del nostro lavoro è quello di non dover cercare la novità, piuttosto abbiamo la possibilità di spendere del tempo per capire le cose, studiandole nel dettaglio».
Quali saranno i vostri prossimi passi? «Il mese scorso abbiamo raggiunto il traguardo del primo volume con la pubblicazione del rapporto finale sull’archeologia della grotta 11Q – fino a settembre completamente inedita – e dei 50 frammenti manoscritti. In primavera abbiamo avviato i lavori alle grotte che saranno oggetto del secondo volume (alla fine saranno quattro). Ma la sfida più a breve è quella di realizzare una pubblicazione digitale dei materiali delle grotte: questa deve permettere a tutti, open access, di poter studiare a distanza i manufatti. Daremo così un contributo alla scienza in una regione in cui l’archeologia può essere oggetto di conflitto».
(C.Z)
Chiesa cattolica svizzera
https://www.catt.ch/newsi/importante-premio-per-la-facolta-di-teologia-di-lugano/