Questa giornata di commemorazione è una prima in Svizzera ed è organizzata in collaborazione con l’associazione Sapec, attiva in Svizzera romanda in favore delle vittime di abusi sessuali. «Pensiamo e ci auspichiamo che non resti un evento unico, ma che altre giornate simili siano presto organizzate, sulla scorta di questa», ha spiegato Laure-Christine Grandjean, addetto stampa della Diocesi di Losanna, Ginevra e Friborgo.
La Giornata avrà inizio con una celebrazione eucaristica nella cattedrale di S. Nicolao, alle 14, durante la quale sarà anche inaugurata una targa commemorativa, con iscritta una richiesta di perdono e un appello alla vigilanza. Si proseguirà con la proiezione della pellicola «Grazie a Dio» di François Ozon. «La scelta del film è avvenuta assieme al gruppo Sapec, la cui storia è simile a quella raccontata nel film», riferiscono gli organizzatori.
L’incontro si prolungherà con degli ateliers appositamente pensati per favorire la discussione e la condivisione, con un aperitivo finale nei locali del Vicariato vescovile del Canton Friborgo. Per ragioni organizzative, la partecipazione sarà su iscrizione.
L’idea di questa giornata è maturata sull’arco di diversi anni ed è una discussione che si portava avanti da lungo tempo. Prende anche spunto dall’indagine sull’istituto Marini, a Montet, voluta dallo stesso mons. Morerod e presentata al pubblico nel gennaio del 2016. La triste vicenda vuole che, in questo istituto gestito dalla Diocesi, diversi giovani e ragazzi siano stati vittima di abusi, in parte anche sessuali. «Lo studio, in particolare, ha mostrato le ragioni per cui si arriva a gesti simili. Si tratta di evitare che gli stessi errori si ripetano».
La data del 23 novembre è stata scelta in funzione della Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia, celebrata il 20 novembre. Tuttavia, Encarnacion Berger-Lobato, responsabile della comunicazione in seno alla Conferenza dei Vescovi svizzeri (CVS), per il momento ha indicato che, a livello nazionale, non si sta pensando ad alcuna commemorazione. Una riflessione è però stata avviata a livello della commissione di esperti della CVS «Abusi sessuali in contesto ecclesiale»; si sta pensando, in particolare, alla posa di altre targhe commemorative.
Cath.ch/red
Chiesa cattolica svizzera