Sos Mediterranée e Msf: 176 persone cercano un luogo sicuro in cui sbarcare

«Esortiamo gli Stati membri dell’Ue e le autorità competenti ad assegnarci prontamente un luogo sicuro dove le 176 persone salvate possano essere sbarcate in sicurezza». Lo chiedono Sos Mediterranée e Medici senza frontiere alla luce del salvataggio di 176 persone nel Mediterraneo, in due distinte operazioni, una la notte del 12 ottobre, l’altra il 13 ottobre, compiuto dalla Ocean Viking. Con un comunicato stampa, Sos Mediterranée informa che «il primo soccorso ha avuto luogo quando la Ocean Viking ha ricevuto una mail di allerta inviata dalla Ong Alarm Phone alle autorità marittime, la sera del 12 ottobre. L’imbarcazione in difficoltà stava andando alla deriva vicino alla piattaforma petrolifera offshore Al Jurf. Avendo ricevuto il permesso di avvicinarsi fino a 1NM alla piattaforma, le squadre hanno proceduto all’operazione, salvando 74 persone, tutti uomini, compresi dei minori non accompagnati». La mattina del 13 ottobre, la Ocean Viking è stata avvisata di un altro gommone in difficoltà e si è diretta verso la sua posizione. Sono state soccorse 102 persone, tra cui 4 donne incinte e 9 ragazzi sotto i 16 anni, a bordo di un gommone inadatto alla navigazione e in difficoltà. «L’Ocean Viking secondo il diritto marittimo ha chiesto al JRCC libico un luogo sicuro per sbarcare le 176 persone salvate. Poiché le autorità libiche hanno indicato Tripoli come porto di sbarco abbiamo gentilmente rifiutato in quanto, secondo il diritto e le convenzioni internazionali, nessun luogo in Libia può essere considerato attualmente un luogo sicuro», si legge in una nota. Così la nave si sta dirigendo verso Malta e Lampedusa.

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Chiesa cattolica svizzera

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