Mario Botta: «Costruire lo spazio del sacro»

Si terrà lunedì 7 ottobre alle 20.30 presso il Centro culturale Alzavola a Lugano (via Curti 11) la conferenza «Costruire lo spazio del sacro» con la relazione dell’architetto Mario Botta.

Mario Botta e lo spazio del sacro

Risale all’anno scorso la diffusione del documentario «Mario Botta. Oltre lo spazio», realizzato dalle giornaliste Loretta Dalpozzo e Michèle Volonté e presentato in anteprima al Locarno Film Festival. Come aveva avuto modo di spiegare lo stesso architetto durante il lancio, il documentario indaga il suo rapporto con gli spazi sacri: chiese, moschee e sinagoghe. Un rapporto, che per sua ammissione, è molto particolare e sentito dall’architetto. «Costruire significa trasformare una realtà», aveva dichiarato. «L’architettura non è solo mura e funzionalità, ma risponde anche a un’esigenza più profonda e cioè quella di soddisfare un bisogno comune, del vivere collettivo: la ricerca del sacro».

Camera in spalla e voglia di capire meglio l’uomo e l’architetto, Dalpozzo e Volonté l’avevano seguito in giro per il mondo, soprattutto in Oriente. Laddove cioè ci sono (o ci sono state) costruzioni dedicate al sacro: una chiesa in Corea, la famosa Sinagoga di Gerusalemme e il progetto di una moschea in Cina.

Sempre sullo stesso tema, dal 25 marzo al 12 agosto 2018 la Pinacoteca Comunale Casa Rusca di Locarno aveva anche ospitato una rassegna delle architetture del sacro di Mario Botta. Per la prima volta in assoluto venivano presentate 22 architetture realizzate in differenti Paesi dal maestro: Svizzera, Italia, Francia, Israele, Ucraina, Sud Corea e Cina; 18 edifici, 3 opere in corso di realizzazione e una proposta per una cappella all’aeroporto della Malpensa.

«Costruire è di per se un atto sacro, è una azione che trasforma una condizione di natura in una condizione di cultura; la storia dell’architettura è la storia di queste trasformazioni», avevav dichiarato Botta. «Il bisogno che spinge l’uomo a confrontarsi con la dimensione dell’infinito è una necessità primordiale nella ricerca della bellezza che ha sempre accompagnato l’uomo nella costruzione del proprio spazio di vita. Per l’architetto penetrare forme espressive sconosciute nel tentativo di rispondere alle esigenze della casa di Dio, diviene anche un modo per ripensare la casa dell’uomo». 

(red)

Chiesa cattolica svizzera

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