Lampedusa ricorda la strage di sei anni fa


Il 3 ottobre del 2013 una delle stragi più tragiche avvenute nel Mediterraneo: un barcone con a bordo 500 persone prese fuoco e affondò al largo dell’isola siciliana. Morirono 368 migranti.

Per non dimenticare…

Sono arrivati da 20 Paesi europei e da diverse Regioni italiane. Tra loro anche 200 studenti che, accompagnati dagli insegnanti e dai superstiti di quella terribile notte, ricordano le vittime del mare di sei anni fa. Il via alle celebrazioni è stato intorno alle 3.30 di stamattina, 3 ottobre, l’ora in cui a poche miglia dalla costa dell’Isola dei Conigli, a Lampedusa, l’imbarcazione prese fuoco e si capovolse inabissandosi. Poi la marcia verso la Porta d’Europa con un momento di raccoglimento. Nel pomeriggio verrà inaugurata una targa dedicata ai «Giusti» e poi, una corona di fiori sarà affidata a quelle acque in cui affondò il barcone.

Il Papa a Lampedusa nel 2013: i migranti sono prima di tutto persone, non solo questioni sociali! (Video)

Una celebrazione ecumenica per le vittime del naufragio

«Come ogni anno – racconta al sito Vatican News don Carmelo La Magra, parroco di Lampedusa – terremo una celebrazione ecumenica per ricordare le vittime del 3 ottobre 2013 ma anche per rilanciare i messaggi di pace, condivisione, accoglienza e fraternita che cerchiamo di tenere vivi ogni giorno e non solo per questa ricorrenza». Don Carmelo non c’era nel 2013 quando Papa Francesco arrivò sull’isola ma conosce l’affetto del Pontefice per Lampedusa e la sua gente. «Allora il messaggio del Papa fu forte e chiaro – spiega – soprattutto quell’insistenza nel piangere i fratelli scomparsi. Purtroppo tante sue parole sono rimaste inascoltate, quel ›non accada mai più’ non si è realizzato, tanti sono morti in mare nell’indifferenza di molti e forse a causa di leggi e di accordi internazionali sottoscritti». «I lampedusani hanno sempre vissuto con rispettoso silenzioso ogni anniversario, ma non si dimenticano quelle bare che sono arrivate qui. Chi vive qui sa che il mare porta ricchezza ma anche difficoltà, è un limite ed è una frontiera, chi vive su uno scoglio sa che non si può negare una mano tesa a chi è in difficoltà nel mare. Anche qui è arrivata l’ondata mediatica che vorrebbe farci ragionare tutti allo stesso modo ma poi l’indole del lampedusano che è volta all’accoglienza emerge sempre».

Vatican News/Red

Chiesa cattolica svizzera

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