Il Convegno delle corali liturgiche del Ticino

Sono oltre 300 le persone che fanno parte delle 18 corali (5 provenienti dalla vicina diocesi di Como) attive sul territorio ticinese. Una realtà che coinvolge anche molti giovani. In occasione del biennale convegno diocesano delle Corali liturgiche del Ticino abbiamo approfondito il tema della bellezza del canto e della musica con due protagonisti di lungo corso: Michele Tamagni, direttore della cantoria di Giubiasco e Antonio Bonvicini, organista e direttore della corale Regina Pacis di Caslano.

Direttore Tamagni, quale occasione rappresenta il convegno liturgico per coristi e i loro maestri? «Si tratta indubbiamente di un’occasione privilegiata per trovare nuovi stimoli, nuovi spunti nel proseguire il proprio cammino. Negli anni abbiamo purtroppo registrato una diminuzione del numero di formazioni e conseguentemente di coristi, in parallelo a quanto si riscontra a livello di presenza di fedeli nelle celebrazioni. Osserviamo però anche alcuni fenomeni incoraggianti, soprattutto legati ad ambiti giovanili, in cui si riscopre il ruolo della musica nel nutrire ed esprimere la propria fede e come strumento ideale per accogliere la Parola di Dio. E in questo senso, il ritrovarsi assieme, a scadenza regolare, permette di vivere un’esperienza che alimenta questi aspetti e che fa riscoprire come, attraverso la bellezza e la sua condivisione, la musica accresca la nostra fede».

Quale è il valore pedagogico della bellezza? «L’esperienza del bello consiste anche nel cantare, in queste occasioni, in una grande formazione, nel sentirsi protagonisti attivi di un’espressione musicale che tocca le nostre corde più intime e, per dirla con Sant’Agostino, per farci provare una commozione interiore».

Maestro Bonvicini, quali scopi vi siete prefissati con il convegno? «Negli anni si è sempre avuto a cuore di esercitare attraverso il repertorio proposto un’azione educativa. Innanzitutto la pertinenza dei testi ha sempre guidato la scelta, rispondendo al requisito fondamentale che il canto deve assolvere nella liturgia. Ma si è anche cercato di costituire progressivamente un repertorio comune che permetta al coro di ritrovare un proprio spazio, coinvolgendo al contempo la partecipazione attiva dell’assemblea. Inoltre, si è cercato di proporre brani che potessero essere realmente eseguibili dal maggior numero di formazioni presenti nel nostro territorio. A dispetto della progressiva diminuzione del numero complessivo di coristi presenti (anche se quest’anno la tendenza è in risalita), abbiamo notato con piacere una maggior adesione dei cori ai momenti di preparazione al convegno, ciò permette di costituire per l’occasione una «schola» dalle grandi dimensioni, ed è segnale di interesse e impegno dei singoli gruppi. La presenza di cori della diocesi di Como è un segnale che quanto facciamo suscita interesse anche oltre i nostri confini».

Per concludere, direttore Tamagni, cosa spinge i giovani dell’era digitale, connessi a Spotify o servizi simili online, a cantare in una corale? Il binomio musica-esperienza religiosa è ancora attrattivo per le nuove generazioni? «Certamente! Cantare in un coro significa condividere le proprie vibrazioni, condividere i propri stati d’animo e aprirsi agli altri. Il grande maestro Claudio Abbado pensava al coro come ad una grande orchestra, ma con un aspetto umano molto più profondo: «Il canto è l’espressione musicale più spontanea e naturale e il coro è la forma più immediata del fare musica insieme. In un coro ogni persona è sempre concentrata sulla relazione della propria voce con le altre. L’ascolto dell’altro è quindi alla base del canto corale e in generale del fare musica insieme. Imparare a cantare insieme significa imparare ad ascoltarsi l’un l’altro. Il coro quindi, è la conoscenza e il rispetto del prossimo, attraverso l’ascolto reciproco e la generosità nel mettere le proprie risorse migliori a servizio degli altri»».

Il Convegno

Ideato da Mons. Luigi Mazzetti e dal Maestro Sergio Tettamanti, iniziato nel lontano 1979, giunge alla sua ventunesima edizione domani, domenica 29 settembre, nel Santuario di Santa Maria dei Miracoli a Morbio Inferiore il biennale Convegno della diocesi di Lugano delle Corali liturgiche del Ticino. L’incontro di quest’anno prevede un particolare ricordo del maestro Luigi Picchi (Sairano, Pavia, 17.09.1899 – Como 12 agosto 1970), che diede un contributo prezioso alla Chiesa luganese nell’ambito della musica
sacra.

Tutti i presenti formeranno un unico coro, che, diretto dal maestro Franco Caccia, animerà la celebrazione Eucaristica di domenica 29 settembre delle ore 17.00, presieduta dal vescovo di Lugano Valerio Lazzeri. Seguirà un momento conviviale
presso il salone parrocchiale, che sarà utile occasione di reciproca conoscenza e di scambio.

In serata, alle ore 20.30, sempre in Santuario, verrà proposto il quarto incontro nell’ambito del Settembre organistico, con all’organo il maestro Mattia Marelli.

Info: liturgia@catt.ch

Leggi anche la riflessione di oggi di Papa Francesco sul senso della musica sacra nella liturgia.

Federico Anzini

Chiesa cattolica svizzera

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