Parolin all’Onu: proteggiamo le foreste pluviali e i loro abitanti

La crisi che consegue alla «rapida distruzione delle nostre foreste, specialmente quelle pluviali, non è solo ambientale, ma anche sociale e soprattutto etica». Il monito del cardinale Pietro Parolin lanciato ieri durante la riunione di alto livello, nel Palazzo dell’Onu a New York, dedicata alla protezione delle foreste pluviali, allo scopo di promuovere azioni multilaterali «urgenti e durevoli».

Preservare ed educare per responsabilizzare

«Riconosciamo tutti  – ha osservato il porporato – quanto siano importanti le foreste per il mondo intero e anche per il futuro dell’umanità: sono la risorsa rinnovabile più affidabile al mondo e sono essenziali per lo sviluppo umano integrale». Ma «in tempi di crescente urbanizzazione – ha rilevato il cardinale Parolin – la loro importanza insostituibile è spesso data per scontata e sottovalutata». Da qui l’importanza cruciale di educare le persone perché considerino le foreste non «semplicemente come risorse da sfruttare, ma anche come un santuario da coltivare e costantemente rinnovare». Questo compito di protezione è tanto più stringente – ha allarmato il segretario di Stato – a fronte della rapida distruzione delle foreste con «la perdita di specie e di equilibri vitali, che potrebbero alterare l’intero ecosistema».

La distruzione delle foreste provoca grandi sofferenze

«Grandi sofferenze derivano dall’assurda distruzione delle foreste» e pagarne il prezzo più alto –  ha denunciato il cardinale Parolin – sono «quelli che dipendono dalle foreste per la loro casa, sussistenza, tradizioni culturali e strutture sociali». Dunque «la cura della nostra casa comune e dei nostri fratelli e sorelle in quella casa, devono procedere insieme» ha sollecitato il porporato. «Abbiamo bisogno di un’ecologia integrale», «bilanciando l’uso responsabile delle foreste per lo sviluppo economico e sociale con la loro protezione e preservazione per il bene di quanti vi dipendono e se ne prendono cura e per il bene dell’umanità e delle future generazioni». Per questo il porporato raccomanda che «le decisioni per migliorare la gestione delle nostre foreste siano essere con la piena e significativa partecipazione di coloro i cui diritti, valori e saranno più colpiti».

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Chiesa cattolica svizzera

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