Migranti: lanciata la campagna di sensibilizzazione «La giusta rotta»

È stata lanciata oggi la campagna di informazione e sensibilizzazione «La giusta rotta" promossa da Open Arms e Sea-Watch, due tra le Ong che si occupano di salvataggio delle persone in mare, e da Mediterranean hope, il programma rifugiati e migranti delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei), che ha promosso, tra l’altro, i corridoi umanitari. 

A settembre e ottobre i promotori de «La giusta rotta» organizzeranno diversi eventi, concerti, incontri pubblici, in varie città italiane ed europee (Milano, Napoli, Genova, Roma, Lampedusa, Barcellona, Livorno). Tre in particolare sono le aree d’intervento che la campagna vuole far conoscere: «Il diritto al soccorso in mare: salvare vite non può essere reato; l’implementazione dei corridoi umanitari europei, sull’esempio di quelli già avviati dal Libano, anche dalla Libia, con 50mila visti umanitari; la necessità e l’urgenza di un sistema che garantisca un’accoglienza degna per i migranti che arrivano in Italia e in Europa».

Paolo Naso, coordinatore di Mediterranean Hope, ribadisce «la necessità di ampliare il progetto dei corridoi umanitari che già realizziamo, dando vita a un corridoio umanitario europeo dalla Libia, coinvolgendo diversi Stati membri dell’Unione europea, le Chiese e la società civile». «L’attacco al soccorso in mare ci incatena ai porti, ma a terra possiamo costruire ponti, unendoci alla società civile perché si faccia con noi portavoce della giusta rotta da indicare all’Europa», dichiara Giorgia Linardi, portavoce di Sea-Watch. Chiediamo con urgenza un meccanismo programmato di sbarco e di redistribuzione europea e la realizzazione di corridoi umanitari dalla Libia che mettano in salvo le donne, gli uomini e i bambini lì intrappolati». 

Riccardo Gatti, capomissione e comandante di Open Arms (che ha salvato 60.000 persone in 65 missioni),  critica «l’imbarbarimento delle politiche europee in tema di immigrazione che hanno visto le Ong di ricerca e soccorso al centro di feroci campagne di delegittimazione, terminate in una vera e propria guerra contro i diritti dei più vulnerabili». «Siamo certi che questo momento passerà – conclude -, ma riteniamo fondamentale continuare a immaginare momenti di confronto che mettano al centro il tema del rispetto del diritto internazionale, della vita e della dignità delle persone e che possano essere di stimolo per trovare soluzioni strutturali che tutelino gli uomini, le donne e i bambini che fuggono da violenza, guerre e persecuzioni».

Agenzie

Chiesa cattolica svizzera

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