«Spero che la risposta della Chiesa alle vittime di abusi sessuali su minori avrà sempre di più carattere sistemico e potrà essere adottata in ogni ambito di attività ecclesiali», afferma don Piotr Studnicki, da qualche giorno a capo dell’Ufficio per la protezione dei minori, inaugurato il 2 settembre presso la Conferenza dei vescovi polacchi. L’ufficio che affianca il primate di Polonia, mons. Wojciech Polak, come delegato dell’episcopato per la protezione dei minori si prefigge in primis «di elaborare le modalità concrete e complessive di sostegno alle vittime» poiché «questo sarà il test della nostra credibilità», sottolinea don Studnicki. «Dobbiamo fare di tutto affinché il contatto delle vittime con i delegati operanti nelle diocesi e nell’ambito di varie congregazioni religiose diventi più facile possibile», dichiara, rilevando l’importanza di un efficace «sostegno psicologico, legale e spirituale» accompagnato da «contributi materiali realmente ricevuti da coloro che ne abbiano bisogno». Il sacerdote osserva tuttavia che l’aiuto «deve permettere alle vittime di rialzarsi». È inoltre necessario «sviluppare il sistema di prevenzione che coinvolga tutte le persone impegnate nel lavoro con bambini e giovani. E, mentre il Parlamento polacco discute sull’istituzione di una commissione speciale che si occupi dei casi di pedofilia, di grande importanza per la Chiesa risulta essere anche un miglioramento dei meccanismi di comunicazione reciproca tra le istituzioni ecclesiastiche e le vittime degli abusi.

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