Ecuador: Gesuiti e Scalabriniani esprimono preoccupazione i migranti venezuelani nel Paese. No a politiche restrittive

Il visto imposto dall’Ecuador ai migranti venezuelani che entrano nel Paese o vi transitano contravviene agli obblighi internazionali in materia di diritti umani. Lo sostengono in una nota numerose organizzazioni (oltre quaranta) latinoamericane, appartenenti al Gruppo di lavoro sulla mobilità venezuelana (tra queste anche i rappresentanti di gesuiti e scalabriniani). I firmatari esprimono «preoccupazione» per la decisione del governo ecuadoriano di chiedere ai migranti venezuelani «un visto temporale di eccezione per motivi umanitari», come condizione per entrare nel Paese. La stessa, si legge nella nota, «stabilisce requisiti di difficile o impossibile realizzazione per la maggior parte dei venezuelani».
Secondo l’Unhcr sono finora 263mila i venezuelani accolti in Ecuador, sugli oltre 4 milioni che hanno abbandonato il Paese.

Secondo le organizzazioni, «l’Ecuador ha risposto con politiche restrittive contro le persone migranti e i rifugiati venezuelani. Le restrizioni all’ingresso in territorio ecuadoriano si danno in un contesto di grande polarizzazione sociale e xenofobia». Infatti, molti migranti «hanno sperimentato attacchi violenti e altri tipi di discriminazione».

L’effetto pratico, oltre a un concentrarsi degli ingressi dalle frontiere colombo-ecuadoriane di Rumichaca e San Miguel nel mese di agosto, prima dell’entrata in vigore del provvedimento, è ora l’impossibilità ad «accedere in maniera regolare al territorio» e, di conseguenza, il ricorso «a canali e vie d’accesso irregolari, nelle quali si moltiplicano i livelli di vulnerabilità e si espone la popolazione a reti di tratta e traffico e, in generale, si mette in pericolo la loro vita e la loro sicurezza».

Secondo i firmatari della nota, le decisioni del Governo di Quito «contraddicono gli impegni politici che gli Stati si sono dati», proprio sotto la leadership ecuadoriana. Da qui la richiesta all’Ecuador di «far cessare qualsiasi azione esecutiva o legislativa che in pratica impedisca l’ingresso regolare al territorio di persone con necessità di protezione internazionale».

Agenzie

Chiesa cattolica svizzera

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