Inaugurati con il Vescovo i restauri della Madonna d'Arla a Sonvico

«Cappella suggestiva, circondata di verde e silenzio, sulla strada, che, lasciato alle spalle Sonvico, s’inoltra in Valcolla. Faggi e castagni le fanno corona in un’armonia di natura, che diviene scenario suggestivo e sereno. Fermarsi è respirare la pace, mentre lo sguardo va sull’affresco della Vergine col Bambino. Ai lati del trono della Madre di Dio stanno due santi popolari e vicini alla devozione della gente: Antonio Abate e Rocco. La cappella, luogo di sosta e preghiera, ma certamente pure rifugio per il viandante di allora, sorpreso dalle intemperie, fu costruita nel quindicesimo secolo e l’immagine che vi si venera fu eseguita da un maestro ticinese o lombardo verso il 1520», annotava Mons. Luigi Mazzetti, nel suo «Itinerari mariani nel Ticino» (agosto 1987).
Nel 1910 veniva eseguito un restauro completo su progetto dell’arch. Meneghelli e con le pietre in granito fornite da Alfredo Bignasca, come annota Danila Nova, ripercorrendo la storia di questa cappella in un interessante e ben documentato articolo, uscito gli scorsi giorni sulla Rivista di Lugano.
Giungiamo così ai recenti e globali interventi. Infatti, come si legge nel citato articolo, considerato che «la struttura portante del tetto si era gravemente deteriorata e, soprattutto l’affresco e gli ex-voto conservati, risultavano in condizioni precarie, la Parrocchia – su sollecitazione della Fondazione Ghirlanda Lepori, che si è assunta la gestione dell’opera – ha permesso un radicale intervento di restauro«. Lo stesso «ha comportato il rifacimento completo del tetto, dell’impianto elettrico, il restauro della campana, il tinteggio, il drenaggio e la sistemazione esterna, il restauro dell’affresco e degli ex-voto».
Oggi, domenica 25 agosto, ha avuto luogo l’inaugurazione di questi interventi, eseguiti anche grazie ai contributi di enti e privati, del Cantone e della Città di Lugano.
L’incontro è stato aperto dalla celebrazione della Santa Messa, presieduta dal nostro Vescovo Valerio. Con lui hanno concelebrato il parroco Don Alessandro De Parri e il cerimoniere vescovile, Don Emanuele Di Marco.
Aprendo la celebrazione e salutando i molti presenti, fra i quali il sindaco di Lugano Marco Borradori, il vice sindaco Michele Bertini e la municipale Cristina Zanini Barzaghi, Mons. Lazzeri ha sottolineato «il significato di questo piccolo ma grande Santuario collocato lungo la strada, quale luogo di sosta, ma pure di orientamento per il nostro cammino». Un pensiero da lui ben ripreso nell’omelia, dove, rifacendosi al brano evangelico proposto dalla liturgia, ha richiamato «la strada propria e particolare di ognuno per giungere, passando dalla porta stretta» al compimento di quel progetto di amore per il quale il Padre chiama all’esistenza.
Al termine della Santa Messa ha avuto luogo la processione sottolineata dalle note della Musica Unione di Sonvico in un ambiente suggestivo e sereno, conclusa con la preghiera e la benedizione del Vescovo davanti alla cappella.
E’ seguito il momento ufficiale. Dapprima il presidente del Consiglio parrocchiale di Sonvico, Lorenzo Bignasca, ha sintetizzato il suo intervento con tre significative parole, «benvenuti, grazie, bentornata», esprimendo gratitudine e soddisfazione per i lavori eseguiti e sottolineando il significato di questa cappella che costituisce «un patrimonio condiviso».
Da parte sua Danila Nova, presidente della Fondazione Ghirlanda-Lepori, ha sottolineata l’importanza dei lavori svolti, ha richiamato il valore di questa cappella dove «vibra un’energia spirituale», ha invitato a «lasciarsi coinvolgere dal suo messaggio». Ha comunicato che il prossimo 5 ottobre verrà aperta nella sala del torchio a Sonvico una mostra con ampia documentazione fotografica, illustrante «la cappella prima, durante e dopo i lavori».
Sottolineando la significativa presenza del nostro Vescovo, ha ricordato che il Vescovo Aurelio Bacciarini aveva benedetto, 100 anni fa, il 7 settembre 1919, la ricostruita cappella.
Sono diverse le cappelle presenti un po’ ovunque nel nostro Cantone, lungo strade e sentieri. Richiamano la devozione e la pietà dei nostri padri e segnano, con la loro preziosa semplicità, la presenza cristiana nelle nostre terre.
Ognuna ha la sua storia, la sua cronaca, la sua tradizione, talora anche la sua leggenda, radicata nella poesia della nostra gente. Ognuna conosce la sua devozione, il suo affresco, le sue preghiere, i suoi fiori. Ricostruiscono, attraverso i secoli, un cammino chiaro di fede e concreto di vita. Riversano sul presente – talora segnato da indifferenza religiosa – il loro messaggio, che è soprattutto invito di conversione e preghiera.

Gianni Ballabio

Chiesa cattolica svizzera

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