I temi del nostro tempo arrivano a Lourdes?

Il restyling dei santuari di Lourdes (nuove fontanelle, giovani alberi, moderne capanne per i ceri…) può rimanere solo una questione logistica? La forte diminuzione di presenze non nasce solo dalla crisi economica. Sono crollati gli italiani e possiamo immaginare il motivo, ma perché in pochi anni si sono dimezzati anche i ticinesi, mentre gli altri paesi tengono e nuovi pellegrini arrivano dai quattro angoli del mondo?

Da dove partire per rilanciare l’invito?
Bisogna riconoscere che a Lourdes si trova molto: preghiera, volontariato, consolazione, compagnia… Il punto debole è forse il primo anello della catena, quell’invito che può nascere solo sulla prima frontiera della Chiesa, nelle realtà ecclesiali di periferia, cioè le nostre comunità. Un invito verso un luogo dove credere che ci siano germogli di risposte alle domande nuove del nostro tempo. Abbiamo bisogno di osare porre domande grandi, sulla vita e sul futuro, sul mondo e su come pensiamo di gestire le sue sfide. Abbiamo bisogno di risvegliare i desideri umani più autentici, prime tra tutti le relazioni, e abbiamo bisogno di sentire che ci sono luoghi dove ci stanno lavorando e dove qualcosa si dice e si trova. E abbiamo bisogno di constatare che a Lourdes qualcosa ci parla proprio di questo.
Ma è così?
Senza domande, non ci metteremo a cercare e a pellegrinare. Ma chi si è messo in viaggio ha diritto a un Vangelo che incroci veramente il suo bisogno e anzi ne risvegli di più veri e infiniti. E qui c’è un potenziale immenso e forse anche un drammatico ritardo ecclesiale. L’anno scorso, ad esempio, prima della visita del Papa in Svizzera, un collega a Zurigo mi diceva che secondo lui una grande sfida per la Chiesa da noi è accompagnare i milioni di svizzeri che dovranno cambiare lavoro a causa della digitalizzazione. È una questione economica ma anche esistenziale e spirituale. A Lourdes ci sono risposte? Il nostro, inoltre, è il tempo in cui siamo sfidati a vivere in pace con il diverso. Quanto è tematizzato questo a Lourdes, dove tanti diversi sono così vicini eppure così separati tra loro?
Per tanti aspetti la proposta ecclesiale dei santuari a Lourdes è carina, ma a mio avviso non è abbastanza «in uscita». Vengono meno i pellegrini che si spostavano per motivi «religiosi» e non sono sostituiti da pellegrini mossi da questioni esistenziali.

Se i grandi temi della vita trovassero eco nelle nostre parrocchie, arriverebbero anche a Lourdes. Ma mi aspetto che i santuari siano oggi più pro-attivi nella loro offerta. Se non qui, dove?

Chiesa cattolica svizzera

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