Uno Ior più fedele alla sua missione originaria

Non è un caso che una delle più significative novità in questo senso sia rappresentata dalla definizione del ruolo del prelato, figura chiave nel tenere contatti con ogni componente dell’Istituto e dunque garantire la circolazione delle informazioni e la cura delle relazioni. Il prelato infatti ora «mantiene scambi costanti con amministratori e dipendenti» oltre a «promuovere la dimensione etica del loro operato» oltre che custodire «l’archivio della Commissione cardinalizia». La carica non potrà più rimanere vacante, come accaduto in passato.

Altri segnali importanti sono rappresentati dalla maggiore sottolineatura della peculiarità dello Ior e del suo essere sottomesso alle norme canoniche, come pure il suo essere inquadrato nel rinnovato contesto legislativo vaticano voluto da Benedetto XVI e completato da Francesco in materia di transazioni finanziarie, trasparenza, antiriciclaggio.

Ancora, è significativa l’attenzione al personale, con la richiesta di adesione al Codice Etico approvato dal Consiglio di Sovrintendenza, e le norme chiare che impediscono i doppi incarichi, le consulenze e le partecipazioni societarie ai dipendenti che devono dunque avere un rapporto di lavoro obbligatoriamente esclusivo con l’Istituto.

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