L'appello di mons. Lazzeri durante la Santa Messa per la Festa nazionale svizzera sul Passo del S. Gottardo: «Non lasciamoci vincere dalla paura!»

È un invito all’apertura quello che mons. Lazzeri, Vescovo di Lugano, rivolge alle migliaia – quasi tremila – di fedeli radunatesi sotto un cielo fortunatamente azzurro, questa mattina per la festa nazionale del primo d’agosto sul Passo del S. Gottardo e anche a coloro che da casa hanno potuto seguire l’evento sulle tre reti televisive nazionali: «Ci siamo radunati sul monte, che ci ricorda la solidità delle nostre radici comuni e insieme ci invita ad aprire lo sguardo su più ampi orizzonti», sottolinea mons. Lazzeri durante l’omelia.

La situazione vissuta dagli Israeliti, così come raccontata dalle letture odierne, è stimolo per riflettere sul nostro presente: «Noi abbiamo davanti minacce più difficili da identificare, timori nascosti, elementi inquietanti, interni ed esterni, che, pur dentro una situazione di generale e diffuso benessere, rispetto a quella di molti altri Paesi, riescono a non farci vivere bene, a irrigidirci, a renderci diffidenti verso gli altri, incerti sul domani, preoccupati spesso ossessivamente di tutto».

«Pur stando bene, anche in Svizzera tendiamo a guardare al futuro come a una minaccia più che a una promessa».

La tentazione davanti alle difficoltà del presente è quella di cedere ai nostri fantasmi, anche in Svizzera: «Oggi come allora, la reazione della gente, in simili circostanze, è quella di sempre: ciascuno cerca il suo personale modo di sopravvivere, di adeguarsi alla situazione: «gli Israeliti adattarono per sé gli antri dei monti, le caverne e le cime scoscese». Spinti da timori più o meno ragionevoli, si va a cercare rifugio anche nei luoghi più angusti. La ricerca unilaterale di sicurezza fisica, economica e materiale spinge ad accontentarsi di spazi mentali esigui, senza prospettive e senza orizzonti. Pur di mettersi al riparo, si finisce per soffocare e morire per mancanza di respiro, per carenza di motivazioni vitali. È quello che accade quando si sceglie di far prevalere i fantasmi più oscuri: si finisce per ridurre la propria dimora a quattro mura fortificate, la propria patria alla tana, desiderata da ogni animale spaventato».

Ma mons. Lazzeri ammonisce: le tragedie del nostro tempo ci interrogano profondamente.

«Non possono essere del tutto onesti i progetti che basano la loro forza su sogni illusori di poter sempre e comunque mantenere i nostri privilegi, senza pagare mai alcun prezzo per dare una risposta umana alle tragedie del nostro tempo».

Poi il richiamo a chi cerca soluzioni semplicistiche ma illusorie, infine sbagliate: «Chi si presenta con soluzioni drastiche, pure e dure, per garantire sempre e comunque il nostro benessere, la nostra tranquillità, il nostro essere un’isola felice in un mare mondiale e internazionale in pieno rivolgimento epocale, non fa un buon servizio alla collettività».

«Come possiamo dire di seguire il Signore, se la preoccupazione unica e totalizzante per noi è per quelli del proprio sangue, della propria razza, della propria cultura, se non abbiamo il coraggio di accogliere un altro fermento nel cuore, che non sia quello della conservazione di sé, del proprio modo di pensare e di vedere le cose?»

«Non possiamo, quindi, vivere in maniera autenticamente umana solo proteggendo noi stessi, i nostri cari e i nostri beni».

Li ameremo veramente, e con essi la nostra patria, vincendo l’isolamento del nostro cuore, trovando nel profondo di noi stessi ciò che non può esistere quando abbiamo paura dell’altro, ciò che è perduto per sempre, quando non viene ogni volta incondizionatamente donato».

Quest’anno il raduno per la Santa Messa sul Passo del S. Gottardo compie 20 anni. Un traguardo significativo, che è stato celebrato anche con alcune novità: quest’anno i pellegrini hanno potuto usufruire di due convogli speciali per raggiungere il passo, in partenza da Chiasso e Locarno; durante il viaggio sono stati accompagnati da mons. Lazzeri stesso. La colletta raccolta è andata in favore di Aiuto alla Chiesa che Soffre; in tutto sono stati raccolti 6575,50 franchi.

Tra poco su catt.ch la fotogallery completa dell’evento.

(red)

Chiesa cattolica svizzera

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