Vincent Lambert: è finita la sua battaglia per la vita

La morte di Vincent Lambert, l’ex infermiere francese che da 10 anni era tetraplegico e in coma vigile è sopraggiunta in queste ore, dopo che la Corte di Cassazione francese nei giorni scorsi aveva autorizzato l’ospedale di Chu di Reims a sospendere la nutrizione assistita al paziente. Attorno al suo caso in questi anni si è giocata una triste battaglia legale tra la moglie di Lambert,  che ne ha chiesto la morte asserendo che sarebbe stata questa la  volontà non scritta dello stesso Lambert nel caso si fosse trovato in una situazione di questo tipo, e i genitori del giovane, determinati a salvargli la vita. La Corte di Cassazione francese, lo scorso 28 giugno 2019 ha accolto il ricorso del governo francese contro la sospensione delle procedure di distacco dei supporti vitali decisa da un tribunale di Parigi per dar modo alla Convenzione Onu sui diritti delle persone disabili di accertare le reali condizioni del paziente. Quindi sono stati staccati questi supporti vitali, che non rientrano nell’accanimento terapeutico ma nella semplice alimentazione ed idratazione. Nei giorni successivi i genitori di Lambert hanno tentato ancora per vie legali un’opposizione ma da questo lunedì si sono arresi all’inevitabile degrado delle condizioni del figlio, causate dall’essere venuti meno i trattamenti vitali. Oggi i famigliari hanno comunicato il decesso di Vincent.

Il caso ha fatto molto discutere, ieri in un tweet il Papa aveva espresso così il suo pensiero: «Preghiamo per i malati che sono abbandonati e lasciati morire. Una società è umana se tutela la vita, ogni vita, dall’inizio al suo termine naturale, senza scegliere chi è degno o meno di vivere. I medici servano la vita, non la tolgano». Una triste vicenda che ha opposto visioni diverse della vita e opinioni divergenti su quelle che sarebbero state le reali volontà del paziente all’interno dello stesso nucleo famigliare di Lambert. Una vicenda che si è conclusa con la drammatica scelta da parte della giustizia francese che ha acconsentito alla pratica di una forma di eutanasia passiva, quale è togliere l’alimentazione e l’idratazione che non sono indicati come trattamenti «straordinari»  ma mezzi ordinari di sussistenza, di cui ogni essere umano ha diritto. Lambert infatti non era attaccato a delle macchine per vivere, respirava autonomamente, veniva solo alimentato ed idratato perché nella sua condizione di coma vigile, non riusciva a provvedervi da solo. Un caso come questo apre evidentemente le porte all’eutanasia passiva per altri casi simili. Ieri Papa Francesco in un tweet ha voluto rammentare a tutti quanti sia il valore della vita umana dall’inizio al suo termine «naturale», sia il compito dei medici che è «servire la vita, non toglierla».

Stamani in un tweet la Pontificia Accademia per la Vita scrive«Mons. Paglia e tutta la Pontifica Accademia per la Vita pregano per la famiglia di Vincent Lambert, per i medici, per tutte le persone coinvolte in questa vicenda. La morte di Vincent Lambert e la sua storia sono una sconfitta per la nostra umanità».

red

Chiesa cattolica svizzera

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