Investimenti svizzeri nel campo del fossile: quale legame con il surriscaldamento?

Siamo tutti, cittadini, imprenditori e governi, interpellati dallo sciopero mondiale per il clima il prossimo 24 maggio: esso ci richiama alla responsabilità dell’agire assieme. «Far barriera alla disumanità» è un’espressione utilizzata in questi giorni dalle persone che si impegnano per non essere indifferenti. Perché appunto non si può essere indifferenti di fronte all’inquinamento industriale delle acque, alla perdita di biodiversità o al lavoro minorile. Lo sciopero per il clima richiama all’essenzialità di una economia che rispetti i diritti umani e protegga l’ambiente, nella stessa direzione dell’Iniziativa per multinazionali responsabili, voluta da un’ampia coalizione di organizzazioni.

La crisi climatica minaccia la vita in diverse parti del mondo. La Svizzera, Paese piccolo ma con un’importante piazza finanziaria, può avere un’influenza decisiva su queste dinamiche. Basti pensare che la Banca nazionale investe miliardi di franchi nel settore del carbone, del petrolio o del gas. Non c’è quindi un legame con i danni del riscaldamento climatico nel Sud del mondo, come uragani o siccità estrema? È proprio su questi aspetti che i giovani hanno scelto di dedicare il prossimo sciopero.

«Alliance Sud» guarda positivamente gli scioperi per il clima. Siamo di fronte alla presa di posizione della nuova generazione che è minacciata dagli effetti che i cambiamenti climatici stanno avendo sull’equilibrio del pianeta. La Svizzera, i suoi cittadini, ma anche e soprattutto le sue imprese, devono prendere posizione di fronte alla non sostenibilità dell’attuale sistema. Il consumismo infinito non può coabitare in un pianeta dalle risorse finite. Per questo occorre riflettere ad un necessario quanto ineluttabile cambio di paradigma. Il numero sempre maggiore di giovani che con entusiasmo e speranza vogliono prendere in mano il loro futuro ci dice che il singolo da solo può fare poco. Occorre unirsi e collaborare insieme. Le manifestazioni richiamano all’urgenza d’intervenire di fronte allo sfruttamento eccessivo del nostro pianeta. Sempre più persone desiderano un cambiamento del nostro stile di vita. Il 7 maggio scorso è stato l’Overshoot Day Switzerland, il giorno in cui le risorse mondiali si esaurirebbero se tutta l’umanità vivesse come la popolazione elvetica. Questo dato dovrebbe farci riflettere. E proprio per questo i giovani ci stanno chiedendo con insistenza: che mondo volete lasciare alle future generazioni? Non possiamo più fare orecchie da mercante di fronte a questa domanda. Diventiamo tutti – cittadine e cittadini, imprenditori e politici – protagonisti del cambiamento. Instauriamo una dinamica della «globalizzazione delle responsabilità». Incamminiamoci tutti assieme nei vari ambiti – sociali, culturali, economici, finanziari e politici – per il futuro del nostro unico pianeta. Non esiste un pianeta di scorta: c’è solo una Terra!

Lavinia Sommaruga, Alliance Sud

Chiesa cattolica svizzera

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