«La minaccia più grande per una comunità è il grigio pragmatismo»

«Non abbiate paura di essere i santi di cui questa terra ha bisogno». Papa Francesco incoraggia i cattolici giunti alla Messa che celebra nella piazza Knyaz Alexandar I a Sofia, in questo suo primo giorno di visita in Bulgaria. Il Pontefice nell’omelia avverte: «La minaccia più grande per una comunità è il grigio pragmatismo», quando «tutto procede con normalità, ma in realtà la fede va degenerando in meschinità»

Lasciata la Nunziatura apostolica di Sofia, il Pontefice va in auto a piazza Knyaz Alexandar, dove fa alcuni giri in papamobile tra la folla di fedeli che lo applaude.

«Una Chiesa giovane, una persona giovane, non per l’età ma per la forza dello Spirito, ci invita a testimoniare l’amore di Cristo, un amore che incalza e ci porta ad essere pronti a lottare per il bene comune, servitori dei poveri, protagonisti della rivoluzione della carità e del servizio, capaci di resistere alle patologie dell’individualismo consumista e superficiale. Innamorati di Cristo, testimoni vivi del Vangelo in ogni angolo di questa città», afferma Bergoglio nell’omelia, sulla scorta della sua esortazione apostolica «Christus vivit».

Ecco poi l’appello: «Non abbiate paura di essere i santi di cui questa terra ha bisogno, una santità che non vi toglierà forza, non vi toglierà vita o gioia; anzi, proprio al contrario, perché giungerete voi e i figli di questa terra ad essere quello che il Padre sognò quando vi creò», aggiunge citando un’altra sua esortazione apostolica, la «Gaudete et exsultate».

Riflette Francesco: «Davanti alle esperienze di fallimento, di dolore e persino del fatto che le cose non risultino come si sperava, appare sempre una sottile e pericolosa tentazione che invita allo scoraggiamento e a lasciarsi cadere le braccia». Per il Papa è «la psicologia del sepolcro che tinge tutto di rassegnazione, facendoci affezionare a una tristezza dolciastra che come una tarma corrode ogni speranza». Così si sviluppa «la più grande minaccia che può radicarsi in seno a una comunità: il grigio pragmatismo della vita, nella quale apparentemente tutto procede con normalità, ma in realtà la fede si va esaurendo e degenerando in meschinità».

Il Vescovo di Roma ricorda «tre realtà stupende che segnano la nostra vita di discepoli: Dio chiama, Dio sorprende, Dio ama».

Proprio «nel fallimento di Pietro, arriva Gesù, ricomincia da capo e con pazienza esce ad incontrarlo e gli dice «Simone»: era il nome della prima chiamata – continua il Papa – Il Signore non aspetta situazioni o stati d’animo ideali, li crea. Non aspetta di incontrarsi con persone senza problemi, senza delusioni, peccati o limitazioni. Egli stesso ha affrontato il peccato e la delusione per andare incontro ad ogni vivente e invitarlo a camminare. Fratelli, il Signore non si stanca di chiamare – evidenzia – È la forza dell’Amore che ha ribaltato ogni pronostico e sa ricominciare. In Gesù, Dio cerca di dare sempre una possibilità».

Il Signore «fa così anche con noi: ci chiama ogni giorno a rivivere la nostra storia d’amore con Lui, a rifondarci nella novità che è Lui. Tutte le mattine, ci cerca lì dove siamo e ci invita «ad alzarci, a risorgere sulla sua Parola, a guardare in alto e credere che siamo fatti per il Cielo, non per la terra; per le altezze della vita, non per le bassezze della morte», e ci invita a non cercare «tra i morti Colui che è vivo»».

Quando «lo accogliamo – dice Francesco – saliamo più in alto, abbracciamo il nostro futuro più bello non come una possibilità ma come una realtà. Quando è la chiamata di Gesù a orientare la vita, il cuore ringiovanisce».

Al termine della Messa, monsignor Christo Proykov, esarca apostolico di Sofia per i cattolici di rito bizantino-slavo e presidente della Conferenza episcopale della Bulgaria, rivolge un breve saluto al Pontefice. Francesco rientra in auto alla Nunziatura.

Ma prima di salire in auto per rientrare in Nunziatura, sentendo un gruppo di ragazzi che lo acclama a gran voce «Papa Francesco, Papa Francesco», si dirige verso di loro e dice: «Voi siete giovani e sapete fare chiasso. Ma – consiglia dopo aver fatto il gesto di abbassare un po’ il volume – vi faccio una domanda: sapete fare silenzio nel cuore e trovare nel cuore i sentimenti più nobili? Questo è bello, è un modo di pregare. Ma continuate pure a fare chiasso». Poi, prima di andarsene: «Ma sempre fare chiasso e anche un pochettino di silenzio nel cuore». Il video della scena è stato diffuso su Twitter da Vatican News.

Vatocan Insider

Chiesa cattolica svizzera

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