Incontro di Papa Francesco con le Guardie svizzere

Con le loro tradizionali uniformi rinascimentali, garantiscono la sicurezza del Santo Padre e presidiano, con cordialità e professionalità, gli ingressi della Città del Vaticano. Ricordando il loro «prezioso e generoso servizio al Papa e alla Chiesa», Francesco esorta le Guardie Svizzere – incontrate per un’udienza in Sala Clementina – a diventare «testimoni del Cristo risorto», a diffondere «la cultura della risurrezione, specialmente in quei contesti esistenziali dove prevaleva la cultura della morte».

Anche a voi capita di incontrare, sia durante il servizio in Vaticano, sia nel tempo che trascorrete a Roma, persone che giacciono nei «sepolcri» contemporanei del dolore, dello smarrimento e del disagio, e attendono una luce che li faccia rinascere a vita nuova. Vi esorto, care Guardie, a recare ad essi una parola di conforto, un gesto di fraternità, per diventare convincenti testimoni di Cristo risorto, vivo e presente in ogni tempo. Vivrete così in maniera feconda la vostra vocazione cristiana, radicata nel Battesimo, origine della fede.

Testimoni dell’amore di Dio
Essere testimoni di Cristo, sottolinea Papa Francesco, significa anche vivere e tradurre nella quotidianità la missione di ogni cristiano:

Durante il vostro soggiorno a Roma, voi siete chiamati a testimoniare la vostra fede con gioia, affinché le molte persone che incontrate, specialmente agli ingressi della Città del Vaticano, possano essere favorevolmente impressionati dallo spirito con il quale svolgete il vostro lavoro.

A ciascuno di voi chiedo questo: fate in modo che quanti incontrate nel vostro quotidiano servizio, membri della Curia, colleghi di lavoro nei vari ambiti del Vaticano, pellegrini o turisti, possano scoprire anche attraverso di voi l’amore di Dio per ogni uomo. Questa è la prima missione di ogni cristiano!

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Chiesa cattolica svizzera

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