Sperare sempre

Denise Carniel, Presidente di «All4All Ticino», condivide con noi alcuni pensieri sulla Pasqua.

Denise, com’è cambiato per te negli anni il modo di vivere la Pasqua? Cos’è per te la Pasqua cristiana?
Sono due domande che si assomigliano e quindi la mia risposta sarà corale. Come ogni festa sul calendario, secondo me va vissuta come tale, un momento gioioso, in cui ci è dato il riposo dagli impegni di tutti i giorni, per poterci permettere di gustarla al meglio.
Quindi facendo ciò che più ci fa stare bene, che si sia soli o in famiglia o in un ospedale, poco importa. Perché l’importante è prendersi il rischio – a volte un po’ folle – di vedere il bicchiere mezzo pieno. Dando importanza a quello che ci rimane, a quello che c’è. Perché non è banale dirsi che ciò che abbiamo, è frutto di battaglie che noi abbiamo vinto. Sono i pezzi di noi che non sono andati persi. Sono la parte più fragile di noi, che non ci abbandona mai, perché sa una cosa importantissima: l’Amore trova sempre il modo di raggiungerci. Persino quando è intriso di tristezza, persino quando non ci crediamo più, persino quando avere fede in lui è roba da bigotti.
È importante dare importanza a quello che rimane, perché è da lì che si riparte. Che ci fa capire che ci meritiamo sempre qualcosa di meglio e che possiamo ottenerlo.
E a quello che invece va via? Beh io direi di dirgli ciao con calma, perché quello che è svanito, mica si offende se proviamo ad andare oltre, e ad essere felici.
Ed il bello di poter mordere una colomba, o mangiare l’uovo di cioccolato o nel credere nel coniglio pasquale non è il consumismo ed il cattivo rapporto con la bilancia, ma avere dei ricordi da rivivere, legati a questi piccoli gesti.
Perché ciò che fa battere il cuore di gioia, crea legami, e se essi sono forti resistono.
Ed è bello far risorgere la gioia. Nella consapevolezza cristiana e non, che il sacrificarsi, il donarsi, il fare qualcosa per gli altri, fa e farà sempre la differenza.
Abbiate il coraggio di accendere i cuori, di soffocarli di dolcezza.

Che augurio vorresti fare ai nostri lettori e ad i membri di «All4All Ticino»?
Quello che vi auguro è di non pensare mai di non essere speciali. Ognuno lo è a suo modo. Ognuno può essere un regalo per chi ci è accanto. E questo è bellissimo, perché ogni persona che incontriamo, ogni immagine su cui il nostro occhio si ferma, ogni sentimento che sentiamo vero, lascia tracce su di noi, e questo fa in modo che noi impariamo che non c’è tempo o amore da perdere.
Che abbiamo talmente tanto da dare, da condividere, che forse non saremo mai famosi o dei grandi eroi, ma possiamo guarire qualcuno con il semplice fatto di fargli sentire di nuovo, il gusto di un’emozione profonda.
Non pensate mai quindi di non essere speciali, perché anche solo una mano tesa, un ricordo scherzoso, un sorriso condiviso, possono davvero far sentire, che sempre di cosa giusta stiamo parlando: far crescere il cuore, facendogli scoprire piano piano, che può andare ovunque voglia, senza paura, perché le cose importanti non se ne andranno mai via.

Cosa diresti a chi ha bisogno di incoraggiamento?
Che ci vuole coraggio a rifiorire, a non arrendersi all’indifferenza, per scoprire che la vita è come acqua che non si ferma, davvero mai: sia che sia calma, sia che ci sia tempesta. Leviga, cambia, è lei che dirige il nostro vivere, e nonostante tutto ci fa capire il valore di ogni singolo respiro, di ogni singolo sforzo. Mi piace pensare che, se riusciamo a raccogliere la bellezza, nel ricostruirsi in ogni singolo giorno senza indurire il cuore, potremmo essere i custodi della gentilezza, facendola emergere, al di là di un mondo che troppo spesso premia chi è arido.
Sono fortemente convinta che per quanto ci siano motivi per lasciarsi andare, la forza del vivere abbia sempre la meglio: il contemplare le stelle, il guardare il cielo sentendosene parte, la ricerca del proprio posto nel mondo, tutto questo fa si che il nostro sbocciare parta dal capire quanto noi possiamo essere utili.
Tutto questo è benzina per l’anima, terra fertile, meraviglia.
Di queste cose ce n’è bisogno, perché si spera sempre, persino quando sembra da idioti farlo.
Anzi è proprio in quel momento che il seme che siamo, sente di poter diventare bocciolo, poi pianta, poi frutto, perché è proprio in quel momento che sente di avere risorse insperate.
Così come i sorrisi dati nel momento difficile sono i più preziosi, la vicinanza quando tutto il mondo sparisce è la più vera, la voglia di reinventarsi quando tutto sembra perduto è la più forte.
È sentirsi liberi e lasciar scorrere l’essenza stessa dell’essere qui e ora, ciò che in realtà siamo, senza finzioni né paure.
Aggrappatevi a ciò che è buono e bello sempre. Anche quando fa male, anche se sembra sciocco o impossibile, anche se impossibile lo è.
Non lasciate mai voi stessi: difendete il vostro essere portatori di novità, di entusiasmo, di vita: non barricate nessuno o nulla, custodite la vostra unicità, non svendetela, non traditela, e soprattutto vivete per il piacere di scoprire ciò che fa di domani un giorno nuovo, felicità è anche questo.
In sintesi…
Spero che chiunque legga questo mio pezzo abbia voglia di percorrere strade sempre nuove con una mente aperta e la garanzia che ne varrà la pena.
Che in questi giorni ci possa essere perdono, gioia, vitalità per tutti. E un abbraccio, sempre in più, perché nessuno senta di essere stato lasciato indietro.

Chiesa cattolica svizzera

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