Sulle orme del Santo di Compostela: una proposta avvincente per l'estate

Il pellegrinaggio, metafora del cammino della vita e della ricerca di Dio, è un modo particolare di testimoniare la fede, di alimentarla, di viverla e di esprimerla. In Europa, così come in Terra Santa, sono tantissime le mete di pellegrinaggio verso le quali si spostano milioni di persone ogni anno. Al giorno d’oggi ci sono mezzi organizzati che portano a destinazione, ma molte persone preferiscono ripercorrere tutti i sentieri a piedi. L’andare a piedi esprime infatti molto più della sola voglia di arrivare alla meta. Il pellegrinaggio cristiano, in particolare, è detto apostolico, poiché in direzione di tombe o luoghi in cui hanno vissuto gli apostoli. Il cammino di Santiago è il più praticato anche perché meglio conservato: dopo essere stato dimenticato per molto tempo, è stato rinnovato qualche decennio fa. Santiago è meta di pellegrinaggio poiché la cattedrale custodisce il corpo dell’apostolo Giacomo, detto il Maggiore, fratello di Giovanni.

Le motivazioni per intraprendere un’avventura simile sono molteplici: anzitutto, è un modo per provare a fare della propria vita una preghiera. È infatti necessaria la completa partecipazione della persona, anima e corpo. Alcuni, poi, sono motivati dal desiderio di partecipare ad una nuova iniziativa, desiderando di fare esperienze con altre persone, sperimentando una meta comune, condividendo i luoghi dove mangiare, dormire, divertirsi.

La Pastorale giovanile diocesana quest’anno propone il pellegrinaggio di Santiago a piedi da domenica 21 luglio a sabato 3 agosto. Verrà percorsa la via portoghese dopo aver trascorso la prima giornata a Fatima (in tutto circa 280 km). «Come Pastorale Giovanile – spiega il responsabile don Rolando Leo – il nostro intento è quello di dar seguito al Sinodo dei vescovi sui giovani e all’esortazione apostolica del Papa, cercando luoghi di incontro che permettano di confrontarsi».

«Era da sempre un mio sogno nel cassetto», ci rivela uno dei partecipanti, don Carlo Vassalli, da poco presbitero. «Trovo sia avvincente affrontare un percorso simile in compagnia di altri giovani, che portano con loro l’entusiasmo. Da sempre Santiago è un cammino di ricerca interiore, perché ti insegna il valore di alcuni aspetti un po’ bistrattati dalla società, come la fatica o la semplicità. Tutto infatti durante il pellegrinaggio avviene nella maniera più semplice possibile. Si cammina, si condivide. Al giorno d’oggi soprattutto come giovani siamo sollecitati ad ottenere tutto subito e ci arrabbiamo se qualcosa va contro questa logica. Invece Santiago ci insegna l’importanza di fissarci un obiettivo lontano e poi di avere il coraggio di intraprendere gli sforzi necessari per raggiungerlo con lentezza e anche con l’aiuto del nostro prossimo. Ma lentezza e fatica conducono alla gioia».

Le iscrizioni sono aperte. Per maggiori info: www.pastoralegiovanile. ch.

(red)

Chiesa cattolica svizzera

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