San Francesco di Paola: santo da 500 anni con un messaggio sempre attuale

Oggi, 2 aprile, è la festa liturgica di san Francesco di Paola e la ricorrenza viene celebrata in modo tutto particolare quest’anno in cui ricorre il quinto centenario della canonizzazione. Fu proclamato santo, infatti, da papa Leone X il 1º maggio 1519. Nella Basilica romana di Sant’Andrea delle Fratte, di cui il santo è co-titolare, il cardinale titolare Ennio Antonelli ha presieduto, alle ore 12, una celebrazione solenne che conclude il triduo in suo onore iniziato il 30 marzo, e che è stata preceduta, sempre stamattina, dalla Messa con la benedizione del «pane di san Francesco» celebrata dal vescovo ausiliare di Roma, mons. Gianrico Ruzza.

Alcuni cenni della sua lunga vita
San Francesco di Paola è un religioso, un eremita, fondatore dell’Ordine dei Minimi. Nasce a Paola, in Calabria, il 27 marzo 1416. Fin da piccolo Francesco era particolarmente attratto dalla pratica religiosa. Un periodo vissuto nel convento francescano di San Marco Argentano mette in evidenza le sue attitudini mistiche, compresi quei fenomeni soprannaturali che lo accompagneranno durante tutta la sua vita. Dopo un pellegrinaggio con la famiglia con meta principale Assisi, inizia un periodo di vita eremitica, che suscita lo stupore e l’ammirazione dei suoi compaesani. Nel 1435, altri si uniscono a lui, riconoscendolo come guida spirituale. Inizia così l’esperienza, tuttora in corso, dell’Ordine dei Minimi fatta di preghiera e di estrema austerità. Il 17 maggio 1474, Papa Sisto IV riconosceva ufficialmente il nuovo ordine con la denominazione: «Congregazione eremitica paolana di San Francesco d’Assisi». Con l’approvazione, gli eremitaggi sul modello di quello di Paola, fioriscono in Calabria e in Sicilia. Francesco, che nel frattempo si era stabilito a Paterno Calabro, diviene un punto di riferimento essenziale per la gente e per i poveri della sua terra.

Alcuni tra i tanti miracoli che gli vengono attribuiti
Molti i fenomeni soprannaturali attribuiti al santo, tra questi la guarigione di un ragazzo affetto da un’incurabile piaga ad un braccio, sanata con erbe comuni; lo sgorgare miracoloso dell’acqua della «Cucchiarella», che Francesco fece scaturire colpendo con il bastone una roccia presso il convento da Paola, meta ancora di pellegrinaggi. E ancora a Napoli, davanti al Re che gli vuole offrire un vassoio pieno di monete d’oro per la costruzione di un convento, San Francesco rifiuta, spezza una moneta facendone uscire sangue. Era quello del popolo costretto a subire il dominio dei potenti. San Francesco parte, non senza difficoltà, per la Francia dove vive a lungo e dove, a Tours, muore il 2 aprile 1507 a ben 91 anni. Il 27 marzo 1943, Pio XII proclama il santo: «Celeste Patrono dei Marittimi d’Italia» e Giovanni XXIII il 22 giugno 1962: «Celeste Patrono presso Dio della Calabria». Nel 1990 è nominato dall’Unicef: «Ambasciatore dei bambini e dei giovani di tutta la Calabria». La sua festa si celebra il 2 aprile, ma non potendosi spesso celebrare come festa liturgica perché cade quasi sempre in Quaresima, la si celebra ogni anno a Paola nell’anniversario della sua canonizzazione, il 1º maggio.

Gli aspetti centrali della sua spiritualità
Sono la dedizione totale a Dio, la fedeltà alla Chiesa e la passione per l’uomo, i tratti fondamentali e sempre attuali della vita e dell’opera di san Francesco di Paola. In particolare, le sue «coraggiose prese di posizione a favore della giustizia» sono di esempio all’uomo di oggi che nell’amore al prossimo può testimoniare la propria fede, in un tempo in cui si alzano, piuttosto, muri non solo fisici nei confronti ad esempio dei migranti. Lo sostiene padre Leonardo Messinese, vicario generale dell’ordine dei Minimi, nell’intervista di Nicola Gori de «L’Osservatore Romano», che ha per titolo proprio: «Attualità di un carisma» e che parte dalla domanda sull’eredità del santo.

(Vatican News)

Chiesa cattolica svizzera

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