Testimoni dell'amore

Nel libro «la forza della vocazione», conversazione di Papa Francesco con Fernando Prado, edizioni Dehoniane, Bologna, il Santo Padre racconta due episodi di consacrate che gli sono rimasti impressi.
La prima storia narra di una religiosa italiana in missione nel Congo, che ha conosciuto in un suo viaggio nella Repubblica Centrafricana all’inizio dell’anno della misericordia.
La religiosa, di 84 anni, era molto gioviale e piena di energia. Spiegava al Papa che veniva una volta alla settimana in canoa a fare le compere al mercato. La suora era ostetrica e aveva aiutato a nascere migliaia di bambini, inoltre aveva adottato una bambina di tre anni, dato che la mamma era morta poco dopo averla data alla luce.
La seconda religiosa che il S. Padre non ha potuto dimenticare è Cornelia Caraglio che gli ha salvato la vita quando, da seminarista, era sul punto di morire per una polmonite. Lo portarono all’ospedale e il medico prescrisse una dose di due antibiotici distinti. La religiosa, domenicana di Albi, disse di raddoppiare la dose e gli salvò la vita.
Coloro che incidono maggiormente nella nostra vita e la segnano, sono le persone che ci testimoniano l’amore e la tenerezza di Dio, come dice Gesù nel Vangelo: «Quello che avete fatto ad uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40).
Cominciamo anche noi dalle nostre famiglie, dalle nostre comunità, dal nostro prossimo più vicino. Il Signore ci farà trovare tante piccole occasioni per seminare chicchi di bene.
Scriveva Madre Teresa di Calcutta: «La povertà non è solo di pane…ma fame d’amore, fame di essere qualcosa per qualcuno» .»Ogni gesto di amore fatto con sincerità di cuore, ha l’effetto di avvicinare le anime a Dio».
Ogni pomeriggio vado a trovare la nostra Madre Vicaria di 93 anni, per tenerle un po’ di compagnia. Insieme recitiamo la coroncina alla divina misericordia.
Siamo in piena quaresima. Ricordiamoci anche delle opere di misericordia (le 7 corporali e le 7 spirituali) che consistono ad esempio nel confortare chi è solo, nel visitare un malato, un anziano, nel consigliare i dubbiosi, nel pregare per i vivi e per i morti, nel sopportare pazientemente le persone difficili…La preghiera è una forma alta di carità fraterna ed è alla portata di tutti. Scrive S. Faustina nel suo Diario: «La misericordia spirituale ha un merito molto maggiore ed è accessibile a qualsiasi anima».
Sono piccoli gesti che il Signore gradirà!
Il Santo Padre dà inoltre un buon consiglio che vale per tutti, oltre che per i religiosi: «Prima di parlar male del fratello, morditi la lingua. Se non lo puoi correggere, riferisci al superiore e a nessun altro. Non mormorare contro i fratelli». S. Teresa d’Avila non criticava mai nessuna consorella e questa virtù incoraggiava le sue figlie ad aprirsi con fiducia a lei.
Così leggiamo pure nella «Vita di Agostino» scritta da San Possidio: «Durante il pranzo aveva più cara la lettura o la discussione che non il mangiare o il bere. Contro quella pessima abitudine degli uomini teneva questa iscrizione: chi ama calunniare gli assenti, sappia di non essere degno di questa mensa» (22.6).

 

Chiesa cattolica svizzera

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